S&V | POTENZIAMENTO GENETICO E “TRANSUMANESIMO”: IL TENTATIVO DI SUPERARE LE FRAGILITÀ UMANE A DISCAPITO DELL’UMANITÀ GLI APPROFONDIMENTI DI SCIENZA & VITA | DI FRANCESCA PIERGENTILI

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Lo sviluppo delle tecniche di potenziamento dell’essere umano fino a che punto potrà in futuro modificare la specie umana? Sarà mai realizzabile l’esistenza – da alcuni teorizzata – di una “specie post-umana”? Tali interrogativi non sono poi così teorici, se si considera il progressivo, quasi inarrestabile, sviluppo di biotecnologie in grado di incidere sulla vita dell’uomo e di influenzare la stessa evoluzione della specie umana. 

Da tali nuove possibilità offerte dalla tecnica prende le mosse una richiesta culturale volta al superamento dei confini dell’umano che viene denominata “transumanesimo”.

Il progetto riguarderebbe una sorta di “liberazione” dell’uomo da quelle che sono considerate delle vere e proprie limitazioni proprie della condizione umana e, per lo più, riferite alla corporeità umana. Sarebbe, infatti, il corpo, con tutte le sue debolezze e fragilità (come la malattia, la vecchiaia, ecc.), il problema da superare.

I progressi della tecnica diventano, così, il punto di riferimento per nuove speranze sull’uomo e sul suo potenziamento: l’uomo, attraverso le conquiste in campo biotecnologico, sarebbe in grado di incidere e di modificare l’evoluzione umana per diventare lui stesso autore di un progetto di superamento dell’uomo stesso.

Per i “transumanisti” la realizzazione dell’aspirazione evolutiva arriverà al suo culmine con l’esistenza di una specie “post-umana” migliore di quella umana per quanto riguarda la salute, la vita intellettuale ed emotiva: un uomo “nuovo”, in grado di vincere l’invecchiamento e la malattia.

Il recente articolo Genetic enhancement, human extinction, and the best interests of posthumanity, pubblicato sulla rivista Bioethics, affronta il tema, nella specifica prospettiva del potenziamento genetico dell’uomo.

L’autore ricorda, preliminarmente, come i “transumanisti” aspirino alla realizzazione di un progetto evolutivo che parte dall’umano, prosegue attraverso il transumano, fino ad arrivare ad una esistenza “post-umana”. I “transumani” sarebbero una sorta di “umani di transizione”, potenziati nelle capacità cognitive, fisiche ed emotive e nello stato di salute: con il termine “transumano” si farebbe proprio riferimento a questa transizione intermedia dall’umano al post-umano e, pertanto, a una prima manifestazione di un nuovo essere evoluto attraverso le tecnologie di potenziamento.

L’articolo prende le mosse dal presupposto che l’umanità è minacciata da molteplici pericoli che possono mettere a serio rischio l’esistenza dell’uomo: potenziali pericoli causati dell’azione dell’uomo (sarebbe il caso del cambiamento climatico, del collasso ecologico, dell’olocausto nucleare globale, delle pandemie, dell’intelligenza super artificiale, dei nanobot) sia pericoli per cause non umane (impatti di asteroidi, eruzioni vulcaniche su larga scala, minacce cosmiche).

Per l’autore anche la spinta a potenziare le capacità umane attraverso le biotecnologie potrà contribuire a realizzare il passaggio a una nuova specie e, di conseguenza, potrà mettere seriamente a rischio la vita stessa della specie umana.

Il “transumanesimo” ha proposto vari tipi di tecnologie che possono innescare l’evoluzione postumana, come le nanotecnologie, le biotecnologie, le tecnologie dell’informazione e le scienze cognitive. Nell’articolo l’autore affronta uno specifico scenario di estinzione umana, di interesse per il dibattito bioetico: il potenziamento umano genetico, e cioè quello in grado di migliorare i tratti e le capacità su base genetica negli individui normali e sani.

I meccanismi genetici del cambiamento evolutivo non includerebbero solamente la mutazione e la ricombinazione, ma potrebbero anche riguardare le modifiche introdotte tramite l’ingegneria genetica: le tecnologie emergenti di editing del genoma, come CRISPR-Cas9, potrebbero consentire la cancellazione e la sostituzione del materiale genetico esistente e l’inserimento di nuovi geni.

Questi cambiamenti genetici, se prodotti attraverso interventi sulla linea germinale, potranno avere un impatto su larga scala e a lungo termine: tali cambiamenti potrebbero, così, incidere sulla stessa  evoluzione umana.

Le modifiche genetiche inscritte nell’uomo potranno, pertanto, contribuire a superare i limiti e i “difetti” della attuale identità della specie umana: il potenziamento genetico potrà rendere più veloce la creazione di una specie post-umana con un genoma differente da quello umano filogeneticamente correlato.

A prescindere dalle considerazioni sulla fattibilità dal punto di vista biologico della creazione della specie post-umana è da chiedersi se dal punto di vista etico tale potenziamento sia anche eticamente apprezzabile.

Secondo alcuni autori la creazione dell’uomo potenziato sarebbe anche eticamente accettabile: il miglioramento apporterebbe un cambiamento in positivo. Il potenziamento sarebbe, pertanto, concepito come un intervento in grado di incrementare il benessere dell’individuo, in virtù del principio dei miglior interesse della post-umanità. In particolare, il potenziamento genetico sarebbe in linea con il principio di beneficenza. Il miglioramento genetico umano potrebbe rendere le persone potenziate più intelligenti e più sane.

Nonostante il tentativo di giustificare  le teorie “transumaniste”, è chiara la volontà che traspare da tali progetti di abolire l’uomo e la natura umana.

Anche solo la valutazione delle possibili sperimentazioni che andrebbero condotte sull’embrione -necessarie per sviluppare l’essere umano potenziato ed esente dal rischio di malattie e dall’invecchiamento – rende evidente la profonda problematica etica insita in tali teorie.

Prima della valutazione etica sull’eventuale creazione di una specie post-umana è, infatti, necessaria una valutazione etica sulla materia di indagine: se essa comporta la manipolazione e/o la distruzione di embrioni, la valutazione etica nel suo complesso non può che essere negativa.

Il vero problema che neanche lo sviluppo biotecnologico può superare è il fatto che la tecnica non potrà mai sostituire l’umanità senza “fare fuori” l’uomo, la sua natura e la sua verità.

  1. Rueda, Genetic enhancement, human extinction, and the best interests of posthumanity, Bioethics, sett. 2022
  1. Taillandier, “Staring into the singularity”STARING INTO THE SINGULARITY” and other posthuman tales, History and Theory, 2021
  1. Bokedal, Solveig Magnus Reindal, ‘Someone’ versus ‘something’: A reflection on transhumanist values in light of education, 202

 

 

 

 

 

 

 

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