S&V | I TRAPIANTI OLTRE LA PANDEMIA: I DATI DELL’ATTIVITÀ DELLA RETE DEL 2021 GLI APPROFONDIMENTI DI S&V | DI FRANCESCA PIERGENTILI

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Il Centro Nazionale Trapianti (CNT) ha da poco pubblicato il Report dell’attività annuale della Rete nazionale trapianti con i dati del 2021, anno che segna la ripresa dopo il lieve calo di attività causato dalla pandemia.

Nel 2021, infatti, l’attività di donazione e trapianto è tornata ai numeri del 2019: i donatori sono stati 1.387 (mentre erano 1.235 nel 2020 e 1.379 nel 2019). Per il trapianto di rene da donatore vivente nel 2021 è stato, invece, raggiunto il record di trapianti effettuati, con 341 interventi.

  1. Ripresa delle attività della Rete dopo il Covid-19

Nel Report si ricorda che l’Italia è stato il primo Paese al mondo ad aver adottato un protocollo operativo per l’utilizzo di organi da donatori risultati positivi al Covid-19.

In base al protocollo del CNT i donatori potevano risultare anche positivi al Covid-19 ma dovevano essere deceduti per altre cause; per ricevere gli organi, inoltre, i pazienti dovevano essere positivi al momento del trapianto o già immunizzati per malattia pregressa o per vaccinazione.

In applicazione del protocollo sono stati, così, realizzati nel 2021 un totale di 21 trapianti (18 di fegato, 3 di cuore). Gli interventi sono andati tutti a buon fine e in nessun caso è stata registrata la trasmissione della malattia.

L’utilizzo in sicurezza di organi da donatori positivi è stato possibile proprio grazie all’aggiornamento costante dei protocolli sulle misure di prevenzione e trasmissione del virus attraverso il trapianto.

  1. La volontà di donare e le liste d’attesa

Per quanto riguarda il tasso di opposizione alla donazione di organi e tessuti post mortem, nel 2021 si segnala il valore più basso dal 2012, intorno al 28,6% delle segnalazioni.  Sempre rispetto alle opposizioni, si segnala nel Report la riduzione dei tassi di opposizione registrati nelle rianimazioni.

D’altra parte, cresce sempre di più il numero dei cittadini che decidono di manifestare la volontà alla donazione in occasione del rilascio o del rinnovo della carta di identità. I dati indicano infatti che le dichiarazioni registrate al comune rappresentano l’86,6% del totale delle manifestazioni presenti nel SIT, mentre quelle provenienti da AIDO sono l’11,8% e quelle registrate agli sportelli ASL l’1,6%

Nel 2021 sono state recepite più di 3 milioni di dichiarazioni di volontà, con un incremento del 63,5% rispetto al 2020 e del 32,3% rispetto al 2019. L’incremento delle dichiarazioni ha, così, trovato conferma nel numero delle donazioni di organi e tessuti avvenute nello stesso anno a seguito di una espressione positiva rilasciata in vita al comune, all’ASL o all’AIDO; complessivamente, sono stati 238 donatori (+94 rispetto al 2020) e 594 i trapianti eseguiti.

La crescita delle donazioni si è tradotta in un aumento del numero di trapianti da donatore deceduto, ma anche da donatore vivente.

Complessivamente, l’aumento dei trapianti riguarda tutti gli organi, fatta eccezione per i polmoni; in particolare, è da rilevare il dato dei trapianti di fegato, che colloca l’Italia ai vertici nel panorama europeo. In forte crescita anche i trapianti di tessuti, in gran parte quelli muscoloscheletrici.

Anche i trapianti di cellule staminali emopoietiche da donatore non familiare sono cresciuti nel 2021, in particolare quelli realizzati con donatori italiani.

Per quanto riguarda le liste d’attesa, rispetto al 2020, si registra una diminuzione su scala nazionale dei pazienti in attesa di un organo (-2,69%). Tale risultato, frutto di una riduzione in tutte le liste, evidenzia un calo notevole per pancreas (-9,45%) e rene (-2,87%) rispetto agli altri organi (inferiore al 2%): i dati sono dovuti all’incremento dei trapianti di pancreas (+31,7%) e dei trapianti di rene, che bilanciano così il maggior numero di ingressi e la minima riduzione della mortalità in lista di attesa.

  1. La donazione delle cellule riproduttive

Una novità del Report 2021 è l’inclusione dei dati sull’attività di donazione e utilizzo di cellule riproduttive per la procreazione medicalmente assistita (PMA).

La legge 23 dicembre 2014 n. 190 ha, infatti, istituito il Registro nazionale dei donatori di cellule riproduttive presso il CNT, con l’obiettivo di garantire il monitoraggio dei gameti e la sicurezza dei donatori come previsto dai decreti legislativi n. 191 del 2007 e n. 16 del 2010 e dalle direttive europee, l’ultima del 2016, sulla qualità e sicurezza di cellule e tessuti umani. La normativa prevede la tracciabilità del percorso delle cellule riproduttive dalla donazione al ricevente, al fine di individuare possibili problematiche sulla qualità e sulla sicurezza delle cellule.

Quasi la totalità delle donatrici è in “egg-sharing”: la donna, che accede alle tecniche di PMA per ricercare una gravidanza, dona propri ovociti prodotti in eccesso dalla sottoposizione a un ciclo di stimolazione ovarica. La donatrice accetta, così, di donare gratuitamente gli ovociti in sovrannumero rispetto a quelli che lei stessa “utilizzerà” in favore di una donna ricevente che non ne produce.

In attesa della realizzazione di un registro informatizzato, così come previsto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 131 del 2019, il CNT ha attivato dal 2015 una raccolta in forma cartacea dei dati relativi alle donazioni di gameti da utilizzare per la PMA eterologa.

Dai dati raccolti si ricava che il numero di donatori registrati dal 2015 al 2021 – suddivisi per le diverse tipologie di donazione (maschi per il liquido seminale, femmine per donazione totale e femmine per donazione parziale in egg-sharing) – è di 296. Il numero totale di prelievi effettuati da questi donatori è, invece, pari a 512.

Il Report riporta che nel nostro Paese l’attività donativa di gameti è insufficiente a coprire la domanda: si registra, così, la necessità dei centri e delle coppie di ricorrere all’importazione da centri esteri.

  1. Gli “scambi” di organi con gli altri Paesi e le tecniche di perfusione

La rete trapiantologica italiana svolge un’attività di scambio con l’estero di organi da donatori deceduti. Questa attività – basata sia su accordi bilaterali (attivati ad esempio con Grecia, Malta, Romania, Serbia) sia su accordi multilaterali con altre organizzazioni europee, come il South Alliance Transplant Program (SAT) – è molto utile per consentire di effettuare trapianti anche in assenza di riceventi compatibili nelle proprie liste di attesa.

Nel 2021 l’Italia ha accettato e trapiantato 31 organi dall’estero, mentre 20 sono stati gli organi prelevati da donatori italiani e trapiantati in altri Paesi.

Grazie alle nuove tecniche di “perfusione ex situ” è possibile migliorare la qualità degli organi per le ore antecedenti il prelievo e nel post trapianto, aumentando le possibilità di successo dell’intervento.

Dal 2017 al 2021 sono state registrate, oltre a quelle nei donatori a cuore fermo, le perfusioni di 520 organi prelevati da donatori in morte encefalica, di cui 424 trapiantati (pari all’82%).

Il Report segnala una ripresa delle attività di trapianto dopo l’arresto dovuto all’inizio della pandemia.

Mentre si lavora a un possibile intervento di revisione della legge in materia di trapianti, tanti sono i record raggiunti dalla Rete e i pazienti che hanno potuto ricevere il trapianto, operazione che si ricorda essere di fondamentale importanza, essendo salva-vita.

Per approfondire

  1. CNT, Report 2021 dell’attività annuale della Rete nazionale trapianti, 14 luglio 2022 
  1. CNT, Studio sul covid della Rete trapianti italiana premiato come miglior ricerca internazionale dalla Transplantation Society, 9 giugno 2022

 

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