S&V FOCUS | UNA NUOVA VISIONE GLOBALE DELLA BIOETICA PER RISCOPRIRE LA DIGNITA’ E LA CENTRALITA’ DELL’ESSERE UMANO GLI APPROFONDIMENTI DI SCIENZA & VITA | DI FRANCESCA PIERGENTILI

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Il progresso scientifico e tecnologico ha consentito risultati inaspettati, soprattutto in ambito medico (si pensi, solo a titolo esemplificativo, ai traguardi raggiunti con le nanotecnologie, con i robot utilizzati in ambito chirurgico e assistenziale, con l’uso dei biofarmaci e di tessuti ingegnerizzati) ma non solo.

Le nuove tecnologie emergenti dell’informazione, della robotica, della comunicazione, della biotecnologia hanno segnato una profonda trasformazione che tocca ormai quasi ogni aspetto della vita dell’uomo.

Attraverso le conoscenze della fisica, della genetica, delle neuroscienze, utilizzando le capacità di calcolo delle macchine, si è intervenuti in maniera sempre più incisiva nella materia vivente e, in particolare, sul corpo umano, modificando non solo le prestazioni e le funzioni ma anche le stesse relazioni personali e sociali (si pensi, ad esempio, alle “nuove possibilità” nel campo della procreazione umana).

Il progresso scientifico non ha però solamente consentito la scoperta di nuovi strumenti di cura e di “potenziamento” dell’uomo ma allo stesso tempo ha segnato l’emersione di nuove problematiche e minacce, nuove forme di disuguaglianza e, purtroppo, di conflitto.

Anche la ricerca e la sperimentazione nel campo delle tecnologie emergenti sono state interessate da tali cambiamenti, non rientrando alle volte all’interno dei parametri delle categorie tradizionali: non è possibile, per esempio, in tale ambito ottenere sempre un campione rilevante dal punto di vista statistico; vi è spesso, poi, una alta incertezza dei rischi, con ripercussioni dirette sui profili legati al consenso informato. L’incertezza potrebbe determinare anche scelte scorrette dal punto di vista dell’etica della ricerca (come la mancata pubblicazione di risultati negativi).

La problematica riguarda, allora, anche l’integrità della ricerca, con conseguenze sulla qualità e sullo sviluppo della stessa.

A tal proposito un recente articolo pubblicato su Journal of Translational Medicine ricorda l’importanza sempre attuale dell’integrità scientifica per la medicina e la biologia, cogliendo però una importante prospettiva, e cioè quella dello sviluppo di una bioetica globale.

Solo una bioetica globale potrà rispondere alle sfide aperte dai nuovi sviluppi della medicina e della biologia, con l’attenzione alle diversità territoriali e culturali, ma anche ai bisogni reali dell’uomo e dell’umanità intera. A livello metodologico nell’articolo si propone di privilegiare studi e dialoghi interdisciplinari e di incrementare la formazione in bioetica globale anche all’interno delle stesse facoltà di biologia e di medicina, fin dall’inizio della formazione universitaria.

Lo sviluppo della bioetica globale, con la sua prospettiva ampia e profonda, capace di cogliere tutto l’umano, potrebbe fornire, in realtà, un giusto orizzonte alla problematica e uno strumento utile rispetto a tutte le sfide aperte – nel campo sociale, economico, ambientale, sanitario, educativo – dalla globalizzazione e dallo sviluppo di tecnologie sempre più incisive nella vita dell’uomo e del creato, che possono condizionare non solo la ricerca biomedica ma anche le relazioni umane e la vita stessa dell’uomo.

La visione globale della bioetica, come ha avuto modo di chiarire pochi anni fa Papa Francesco, si muove “dalla profonda convinzione dell’irrevocabile dignità della persona umana”, e costituisce una “specifica modalità per sviluppare la prospettiva dell’ecologia integrale”, attraverso una “visione olistica della persona”, attenta alle differenze, che parte proprio dal corpo umano per una comprensione complessiva e armonica della condizione umana. I temi dell’etica, in tale prospettiva, dovrebbero trovare adeguata collocazione in una “antropologia globale”, e non soltanto relegati a singole “questioni/limite della morale e del diritto”.

Tale spunto indica la strada per una nuova riflessione anche sui diritti umani, aperta a una visione ampia e globale: una riflessione in grado di abbracciare anche i doveri correlati ai diritti, di identificare le nuove forme di arbitrio (spesso mascherate dietro alla rivendicazione di presunti nuovi diritti), di osservare e promuovere tutti i diritti fondamentali, soprattutto quelli “elementari” violati per larga parte dell’umanità.

Di fronte alla possibilità di intervento sempre più incisivo sulla materia vivente, di elaborare e condividere volumi di informazione sempre più ampi, di condizionare i processi cerebrali umani per attività cognitive e deliberative, toccando, così, il limite della specificità biologica umana, è necessario riscoprire e ripartire dalla centralità della dignità dell’essere umano: la dignità di ogni persona, in ogni fase e condizione della sua esistenza.

 

Per approfondire:

  1. Stoeklé, HC., Ivasilevitch, A. & Hervé, C. Good practice in medicine and biology: scientific integrity needs global bioethics. J Transl Med 21, 37 (2023).
  1. Papa Francesco, Udienza ai partecipanti all’Assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita, 25.6.2018
  1. Papa Francesco, Humana communitas, Lettera del Santo Padre Francesco al Presidente della Pontificia Accademia per la Vita in occasione del XXV anniversario dell’istituzione della Pontificia Accademia, 15.01.2019

 

 

 

 

 

 

 

 

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