S&V FOCUS | LO STATO DI SALUTE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE A 45 ANNI DALLA SUA NASCITA GLI APPROFONDIMENTI DI SCIENZA & VITA | DI FRANCESCA PIERGENTILI

facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Il Senato ha appena pubblicato un dossier sullo stato attuale del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), nato con la legge n. 833 del 23 dicembre 1978, a 45 anni dalla sua nascita.

Il documento sintetizza le caratteristiche dei principali modelli organizzativi della sanità: il modello Beveridge, un sistema – come noto – a struttura pubblica, quello Bismarck, fondato su una struttura di tipo mutualistico-assicurativo, e quello privatistico nel quale il meccanismo di finanziamento principale è l’assicurazione volontaria (modello del sistema sanitario statunitense). In Europa l’organizzazione della sanità nei diversi Paesi è riconducibile a sistemi di tipo Bismarck (tra i quali Austria, Belgio, Francia, Germania) o modelli di tipo Beveridge (Regno Unito, Danimarca, Finlandia, Spagna, Portogallo). Il dossier prende atto del fatto che oggi sembrano spariti modelli organizzativi “puri”: si registrano, infatti, diverse contaminazioni avvenute nel tempo tra i due modelli.

In Italia nel 1978, con il passaggio dal modello mutualistico al modello SSN – un sistema di tipo Beveridge – la tutela della salute attraverso prestazioni erogate dal sistema sanitario diviene diritto spettante a ogni individuo in attuazione degli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione: l’assistenza sanitaria è garantita come diritto sociale. A 45 anni dalla sua nascita è ancora effettiva tale tutela?

Il dossier fornisce elementi per valutare l’efficacia e l’efficienza del SSN italiano, sulla base di una serie di indicatori oggettivi (risorse a disposizione, performance, stili di vita), rispetto ai sistemi sanitari di sette altri Paesi (Canada, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna, Stati Uniti e Svezia), ma sembra non considerare le attuali criticità, alcune rese più acute dopo l’emergenza pandemica.

Tra i primi indicatori valutati troviamo la spesa in sanità. L’Italia risulta ultima a livello di spesa sanitaria pubblica totale in rapporto al PIL: il dato 2021 è pari al 7,1% del prodotto interno lordo. Da notare la spesa pubblica statunitense, che si colloca al 15,9% al vertice della classifica dei paesi considerati. La spesa pubblica dei Paesi con sistemi Bismarck (Francia, Germania) risulta, dall’analisi di tali dati, più elevata rispetto a quella dei Paesi con sistemi Beveridge.

Il dato italiano risulta, in realtà, nel 2022 ancora più basso, come riportato nel Rapporto Osservasalute 2022  curato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane operativo nell’ambito di Vihtali dell’Università Cattolica.

Per quanto riguarda la spesa pubblica pro capite, l’Italia si trova al penultimo posto, con la Spagna a chiudere la classifica. Gli Stati Uniti si confermano primi per livello di spesa, mentre la tendenza alla maggiore dispendiosità dei sistemi Bismarck appare confermata.

Riguardo al numero di posti letto ospedalieri per 1.000 abitanti, l’Italia risulta terza fra i Paesi europei (anno 2020), con 3,19 posti a disposizione. Prima, con un notevole distacco, risulta la Germania con 7,82 posti. I sistemi Bismarck sembrano assorbire maggiori risorse.

Quanto invece ai posti letto per long term care in strutture residenziali, nel 2019 l’Italia fa registrare la più bassa disponibilità di risorse (18,8 posti per 1000 abitanti di età pari o superiore a 65 anni). Questo dato risulta particolarmente rilevante e problematico, se si considera il tendenziale aumento della popolazione anziana, che disallinea il SSN da tutti gli altri sistemi sanitari oggetto di comparazione.

Anche gli Stati Uniti, che occupano il penultimo posto (con 29,9 posti) hanno un distacco numerico considerevole da quello del nostro sistema sanitario. Gli altri Paesi, pertanto, destinano alle cure di lungo periodo risorse significativamente più ingenti, (fino al picco svedese di 68,1 posti letto per 1000 abitanti della fascia d’età considerata).

Riguardo al numero di infermieri in attività per 1000 abitanti (anno 2020), spicca il primo posto della Germania, mentre Italia e Spagna sono in fondo alla classifica.

Il secondo set di indicatore analizzato riguarda l’efficacia delle prestazioni. Rispetto al tasso di mortalità standardizzato per età, per tutte le cause di morte (anno 2019), l’Italia, con 324,5, fa segnare la seconda migliore prestazione, dopo quella della Spagna (316,3). In riferimento all’indicatore aspettativa di vita alla nascita (dati 2019) l’Italia occupa la seconda miglior posizione (83 anni), dopo la Spagna. Sotto la soglia degli 80 anni si collocano solo gli Stati Uniti (78,5). Anche per l’aspettativa di vita in salute (71,9 anni) l’Italia è al vertice della classifica.

Nel documento non vi sono dati legati alle criticità emerse nel corso (e dopo) l’emergenza pandemica. Dai dati riportati dal Rapporto Osservasalute 2022, risulta ad esempio evidente come l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha causato sia ritardi e riduzione dell’offerta sanitaria sia riduzione della richiesta da parte della popolazione. Inoltre, prima della pandemia il rapporto tra Pil e finanziamento della sanità era intorno al 7,4%: oggi, dopo le drammatiche conseguenze dell’emergenza Covid 19 sulla sanità, le previsioni del rapporto spesa sanitaria-Pil risultano peggiorative per i prossimi anni.

L’Italia, poi, ha un primato: è il Paese in Europa con la percentuale più alta di madri di 35-40 anni, il 35,4%, ovvero oltre una neomamma su tre. Tra il 2020 e il 2021 è emerso anche un crollo dello sport tra bambini e adolescenti e un incremento della depressione: dal 2016 il volume prescrittivo dei farmaci antidepressivi ha registrato un progressivo aumento che tra il 2017 ed il 2021 è arrivato a +10,4% con un ulteriore +2,4% nel 2021, (anno nel quale il consumo di antidepressivi è stato di 44,6 dosi giornaliere ogni mille abitanti).

In questo contesto, con un SSN poco finanziato, con una popolazione sempre più anziana, con pochissime nascite (dalle mamme più anziane di Europa!), il rischio è il “crollo” del sistema e la mancanza di cure. A rischio è la salute e la stessa dignità umana.

  1. Senato della Repubblica, Come va la salute? 45 anni di Servizio Sanitario Nazionale: costi e performance (e qualche confronto con gli altri Paesi), Rapporto, 22 giugno 2023
  1. Rapporto Osservasalute 2022 curato dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane

 

 

 

image_pdf
facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Pubblicato in Box in evidenza, Uncategorized