S&V FOCUS | MATERNITÀ IN ETÀ AVANZATA E RISCHI IN GRAVIDANZA. OCCORRE RISCOPRIRE LA NATURA E IL VALORE DELLA MATERNITÀ GLI APPROFONDIMENTI DI SCIENZA & VITA | DI FRANCESCA PIERGENTILI

facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

Il tema della maternità nella società attuale e, in particolare, il fenomeno dell’avanzamento dell’età della donna che ricerca una gravidanza è oggi di particolare interesse e spinge a interrogarsi sul ruolo della donna nella società contemporanea.

I dati ci mostrano che le donne oggi vivono la maternità in una età più avanzata rispetto al passato: l’età materna è in aumento da diversi decenni, spostata in avanti nel tempo, con sempre più gravidanze oltre i 40 anni di età.

Per quanto riguarda l’età, i dati 2021 del Certificato di assistenza al parto (CeDAP) indicano per le donne italiane, in realtà, una percentuale del 65,5% dei parti nella classe di età tra 30-39 anni. In ogni caso si tratta di un’età più “in avanti” rispetto al passato.

Le ragioni di questo cambiamento sono molteplici, sicuramente strettamente collegate ai cambiamenti del mondo del lavoro e al ruolo della donna nella società contemporanea, ma anche allo sviluppo delle tecniche di fecondazione assistita, che consentono di posticipare la gravidanza, anche oltre i ritmi biologici del corpo della donna (si pensi al caso della donazione di ovociti o alle possibilità di congelamento degli stessi).

La donna oltre i 40 anni di età che ricerca una gravidanza non dovrà però solo affrontare possibili problematiche legate alla fertilità, ma dovrà scontrarsi anche con il rischio di maggiori complicanze: la gravidanza in età matura comporta, infatti, più elevati rischi sia per la madre sia per il bambino.

Un recente studio, dal titolo To Evaluate the Effect of Increasing Maternal Age on Maternal and Neonatal Outcomes in Pregnancies at Advanced Maternal Age, pubblicato su International journal of applied & basic medical research, conferma come l’età materna avanzata sia un fattore di rischio significativo per la donna e per il nascituro.

Lo studio è stato condotto su 843 donne di età superiore ai 35 anni che hanno partorito tra il 2015 e il 2020, suddivise in due gruppi: uno composto da donne di età compresa tra 35 e 40 anni, l’altro da donne di età superiore ai 40 anni.

Dai dati raccolti risulta che la maggior parte delle donne di età superiore ai 40 anni ha avuto accesso alle tecniche di fecondazione assistita per la gravidanza e la nascita del figlio (più del 85%); il ricorso a tali tecniche risulta invece inferiore al 10 % per quanto riguarda le donne tra i 35 e i 40 anni.

Si segnala inoltre che anche la nascita pretermine è stata significativamente più elevata nel secondo gruppo di donne, come anche la presenza di maggiori complicazioni mediche (tra le quali ipertensione cronica, malattie della tiroide, disturbi autoimmuni) e ostetriche (aborti spontanei, diabete gestazionale, placenta previa).

Il gruppo di donne con età superiore ai 40 anni ha inoltre registrato una percentuale più alta di parto con taglio cesareo e più elevata percentuale di ricoveri in terapia intensiva neonatale del bambino una volta venuto alla luce. Anche la mortalità materna era più elevata nel secondo gruppo rispetto al primo.

L’articolo riporta inoltre i dati del registro della Society for Assisted Reproductive Technology per i tassi di gravidanza per le donne di età pari o superiore a 43 anni (rispettivamente del 10,8% e del 7,4% per le donne di età compresa tra 43 e 44 anni) e dei nati vivi (di 5,1 % e 3,0%).

Lo studio conclude affermando che la decisione di ritardare la gravidanza dovrebbe essere scoraggiata a causa dell’aumento dei rischi per la donna e per il bambino: i pericoli legati alla gravidanza per la salute e per la vita dei soggetti coinvolti sono, infatti, maggiori con l’aumentare dell’età materna.

Tali riflessioni invitano a non trascurare la situazione della donna, a riscoprire il valore, prima di tutto a livello culturale ma anche sociale, della maternità, anche a garanzia della tutela della vita e della salute della donna e del bambino, e a esprimere con rinnovato vigore la necessità di interventi che possano sostenere la donna nelle sue decisioni per la vita.

Il tema è in fondo strettamente collegata a quello del drammatico calo della natalità e a quello dell’accesso al mondo lavorativo per la donna: a mancare spesso non è il desiderio di avere figli quanto le condizioni economiche e lavorative per rispondere a tale desiderio.

La maternità in età avanzata spesso si realizza così attraverso l’uso delle tecniche di fecondazione assistita, forzando gli stessi ritmi biologici della donna, rispondendo a un modello antropologico e culturale non corrispondente alla piena natura della donna e alla sua dignità. La maternità viene così considerata quasi un ostacolo alla realizzazione della donna, relegata a una mera scelta, espressione di libertà anche rispetto ai limiti fisici e biologici del corpo umano.

A pochi giorni dalla celebrazione della Giornata per la Vita, il tema dell’avanzamento dell’età della donna che ricerca un figlio e dei maggiori rischi per la salute della donna e del bambino collegati a tale scelta vuole essere un rinnovato invito per non dimenticare e per riscoprire anche nella società attuale il ruolo della donna come custode della vita in ogni ambito e ambiente in cui è inserita, sia esso quello familiare, lavorativo o sociale.

  1. Juneja SK, Tandon P, Kaur G. To Evaluate the Effect of Increasing Maternal Age on Maternal and Neonatal Outcomes in Pregnancies at Advanced Maternal Age. Int J Appl Basic Med Res. 2022 Oct-Dec;12(4):239-242
  1. Certificato di assistenza al parto (CeDAP) Analisi dell’evento nascita – Anno 2021, ottobre 2022.

 

 

 

 

image_pdf
facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
Pubblicato in Attività & News, News & Press, Uncategorized