IL CASO DEL SEDICENNE SUICIDA INTERROGA TUTTI MA NON HA ALCUN NESSO CON IL FAMILY DAY

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“Il caso del ragazzo sedicenne di Torino ci tocca profondamente e riguarda tutti noi, non soltanto la scuola, come responsabili della formazione delle nuove generazioni”. Così l’Associazione Scienza & Vita si accosta ad un drammatico fatto di cronaca, per esprimere la propria posizione.
“Negli ultimi mesi – prosegue l’Associazione – sono venuti a galla troppi casi di vessazione da parte di adolescenti nei confronti di coetanei inermi, sintomo di un profondo disagio sociale e dell’incapacità della nostra società di educare, fornendo ai giovani indicazioni chiare. Anche sotto il profilo morale.
Abbiamo assistito a violenze sessuali di gruppo su giovani ragazze, a forme di bullismo contro chiunque sia più debole o timido, a situazioni di accanimento contro persone diversamente abili: non si tratta più di segnali di allarme, ma della crisi di una società che non ha sufficientemente a cuore il rispetto dell’altro e la costruzione dell’accoglienza come cultura condivisa”.
“Riteniamo però – aggiunge Scienza & Vita – che il dibattito su questo caso venga purtroppo volutamente distorto: mettere a fuoco solo alcune situazione di fragilità a scapito di altre non è d’aiuto, e costituisce solo un modo ideologico e strumentale di affrontare il problema. Non ha senso che ci si divida in corporazioni a tutela di ogni “gruppo” aggredito: le donne, le persone omosessuali, le persone diversamente abili. Chi, allora, difenderà i timidi, gli obesi, gli introversi, i deboli? Dobbiamo costituire apposite associazioni, gruppi politici di riferimento? Muoversi per categorie, e magari per categorie politicamente ben rappresentate, aggrava il problema e soprattutto non affronta il nodo della crisi. Il caso di oggi non segnala una situazione specifica di intolleranza, ma una situazione di mancanza educativa che va affrontata proprio sostenendo il ruolo anche educativo della famiglia e la cultura dell’accoglienza”.
“Di sicuro – conclude Scienza & Vita – è da rigettare ogni tentativo di addossare alla manifestazione per la famiglia, promossa dal laicato cattolico per il 12 maggio, una presunta esplosione omofobica. E’ questa una lettura distorta della realtà che non fa onore a chi, strumentalmente, la solleva. E fa un torto anche alla sensibilità di tutti: laici e cattolici, credenti e non credenti”.

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Pubblicato in Comunicati Stampa