RICERCA DI DIO E RAGIONI DELLA FEDE: MONACHESIMO E VANGELO PER L’EUROPA

Dal 15/05/2010
al 15/05/2010
Dalle 15:30
alle 19:30
Città Abbazia di San Miniato al Monte (FI)
Luogo via Porte Sante, 34, Firenze
Relatori Presentazione: padre Bernardo Francesco Maria Gianni O. S. B. Oliv. Abbazia di San Miniato al Monte – Monaci Benedettini di Monte Oliveto. Relatori: don Andrea Bellandi Docente Teologia fondamentale - Facoltà teologica Italia Centrale. prof. Roberto Vivarelli Docente emerito Storia contemporanea Scuola Normale Superiore di Pisa. prof. Pietro De Marco Docente Sociologia della religione Università di Firenze e Facoltà Teologica Italia Centrale. Coordina l’incontro dott. Marcello Masotti presidente Scienza & Vita Firenze
Collaborazione Abbazia di San Miniato al Monte
Telefono 055 2399194
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“Una cultura meramente positivista che rimuovesse nel campo soggettivo come non scientifica la domanda circa Dio, sarebbe la capitolazione della ragione, la rinuncia alle sue possibilità più alte e quindi un tracollo dell’umanesimo, le cui conseguenze non potrebbero essere che gravi”. Sono le parole finali di quello che è ’ritenuto uno dei grandi discorsi del Pontefice, tenuto al Collegio dei Bernardini di Parigi il 12 settembre 2008, occasione in cui Benedetto XVI ha parlato al mondo della cultura “delle origini della teologia occidentale e delle radici della cultura europea”. Il Papa sottolinea che la motivazione prima de monaci non era tanto quella di “creare una cultura e nemmeno di conservare una cultura del passato” ma che “il loro obiettivo era quaerere Deum”, usando come via “la sua Parola che nei libri delle Sacre Scritture era aperta davanti agli uomini” Il Papa si addentra nella lezione teologica dell’interpretazione della Parola, ma non tratta solo le ragioni “ultime”, cioè quelle dell’impegno per “trovare ciò che vale e permane sempre, trovare la Vita stessa”. La ricerca di Dio orienta e condiziona anche le cose “penultime” , quelle del mondo:“ci rende attenti anche gli uni per gli altri”. Commentando le parole di S. Paolo il Papa afferma che con la parola sullo Spirito e la libertà si schiude un vasto orizzonte ma allo stesso tempo si pone un chiaro limite all’arbitrio e alla soggettività…il legame dell’intelletto e dell’amore”. Al proposito il Pontefice ricorda che“questa tensione tra legame e libertà ha profondamente plasmato la cultura occidentale e si pone anche alla nostra generazione come sfida di fronte ai poli dell’arbitrio soggettivo, da una parte, e del fanatismo fondamentalista, dall’altra. Sarebbe fatale, se la cultura europea di oggi potesse comprendere la libertà ormai solo come la mancanza totale di legami e con ciò favorisse inevitabilmente il fanatismo e l’arbitrio”. Benedetto XVI, inoltre, ricordando che la “scuola del Servizio divino” del monachesimo comprende oltre all’“ora”, e alla cultura della parola, anche la componente del “labora”, sottolinea l’ethos del lavoro cioè che la determinazione della storia da parte dell’uomo deve essere un collaborare con il Creatore, prendendo da Lui la misura; perché “dove questa misura viene a mancare e l’uomo eleva se stesso a creatore deiforme, la formazione del mondo può facilmente trasformarsi nella sua distruzione” Il presidente Scienzae Vita Firenze Marcello Masotti

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