In queste ultime settimane, il Parlamento Italiano all’interno delle varie commissioni, sta discutendo la legge sul testamento biologico o Dat (Dichiarazioni anticipate di trattamento) in cui viene data ad ogni cittadino la possibilità di esprimere per iscritto la volontà in merito alle terapie che intende o non intende accettare nel caso dovesse trovarsi in stato di incoscienza. Il dibattito è molto acceso vista la crucialità dell’argomento e numerosi sono gli articoli che quotidianamente vengono pubblicati sulle varie testate giornalistiche. La legge che è in discussione ha un titolo molto ampio in quanto al suo interno si collocano articoli che riguardano: l’eutanasia, il suicidio assistito, le cure palliative, il fine vita, gli stati vegetativi, l’alleanza terapeutica, nonché il consenso informato. Diventa necessario per tutti gli operatori, sanitari e non, comprendere quali sono i punti favorevoli al sostentamento della vita, alla salute del cittadino nonché di vietare sia l’eutanasia che il suicidio assistito in modo da confermare l’alleanza terapeutica. Le varie questioni trovano negli operatori un motivo di approfondimento in quanto essi quotidianamente toccano la fragilità della vita. Allo stesso tempo anche il personale volontario, che affluisce alla struttura ospedaliera, deve conoscere la misura di una nuova umanità che sa confrontarsi con il significato della sofferenza e del sofferente. Cioè che sicuramente oggi è richiesto al mondo sanitario è quello di valorizzare le buone pratiche mediche ed assistenziali che permettano di guardare con fiducia al gesto di affidarsi ad altri quando non saremo più in grado di essere noi il punto di riferimento per noi stessi e per coloro che ci amano.