S&V FOCUS | 30 gennaio 2025

Trapianti: i dati del 2024 e la necessità “sociale” delle donazioni, per una cultura della solidarietà e della speranza

Gli approfondimenti di Scienza & Vita | di Francesca Piergentili

Il Ministero della Salute e il Centro nazionale trapianti hanno da poco presentato il Report dell’attività della Rete trapiantologica italiana per l’anno 2024. I dati mostrano i numeri più alti mai realizzati sia per i trapianti di organi sia di cellule staminali emopoietiche. Questo anche grazie all’aumento delle donazioni: nel 2024 sono state 2.110, realizzando un aumento del 2,7% rispetto all’anno precedente sul 2023. Il tasso nazionale di donazione è salito, superando, per la prima volta in Italia, quota 30: il nostro Paese si colloca così ai primi posti europei per donazioni di organi.

I trapianti in totale realizzati sono stati 4.692: a crescere maggiormente sono stati i trapianti di cuore (+13%) e di rene (+6,6%). L’aumento è certamente legato anche alla crescita esponenziale della donazione a cuore fermo (DCD), ovvero quella da pazienti la cui morte viene accertata dopo un arresto cardiaco di almeno 20 minuti: le segnalazioni di questa tipologia di donatori sono salite in un anno del 29,4%. Nel 2024 i trapianti da donazione a cuore fermo hanno rappresentato il 13,2% di tutti i trapianti realizzati.

Nel 2024 è stato raggiunto anche il più alto numero di sempre di donazioni per quanto riguarda le cellule staminali emopoietiche e gli iscritti attivi nel registro delle persone disponibili a donare il midollo osseo (512.194 persone).

Il Report conferma, in negativo, costanti tassi di opposizione al prelievo degli organi. È interessante notare che, mentre nelle rianimazioni la percentuale di chi ha rifiutato la donazione nel 2024 è scesa, è aumentato il numero di persone che all’atto del rilascio della carta d’identità elettronica ha espresso il rifiuto a un’eventuale donazione dopo la morte.

A gennaio 2025 nel Sistema informativo trapianti sono presenti 21,4 milioni di dichiarazioni di volontà: 15 milioni di consensi e 6,4 milioni di opposizioni.

Il consenso alla donazione rimane lo snodo fondamentale per incrementare il numero dei trapianti. La decisione di donare è strettamente in correlazione alla qualità dell’informazione ricevuta: accanto alle opposizioni che potremmo definire “fisiologiche”, rimane alto il numero delle persone che non sono indecise o che, comunque, non si esprimono.

 La materia riguarda argomenti in generale poco conosciuti, intorno ai quali si possono creare informazioni distorte e non veritiere. La comunicazione dovrebbe essere, invece, chiara, comprensibile ma anche rigorosa e ancorata alle conoscenze scientifiche. Si rende necessaria sia una accurata conoscenza dei temi clinici e organizzativi, sia la capacità di trasmettere le informazioni e di rispondere a dubbi e paure, che possono ostacolare la scelta solidaristica di donare.

I dati mostrano che a fronte di un allargamento del bacino di persone che dichiarano la loro volontà, aumentano anche le opposizioni alla donazione: è, pertanto, fondamentale partire dallo sviluppo della conoscenza della materia dei trapianti, delle finalità e delle garanzie poste a tutela della vita del donatore e del ricevente, per promuovere la fiducia dei cittadini, il consenso alle donazioni e incentivare i trapianti.

La legge n. 91 del 1999 prevedeva una importante operazione d’informazione pubblica sulla tematica e la possibilità che ciascun cittadino potesse esprimere la propria volontà in merito alla donazione. Sicuramente il sistema del silenzio-assenso istituito con la legge ha avuto le sue criticità, tant’è che dopo più di venti anni rimane non attuato. Sarebbe, però, importante recuperare la centralità data all’informazione capillare. Quando sono i parenti chiamati a decidere in occasione del decesso di una persona che non ha espresso una volontà in vita, il momento è estremamente delicato e problematico dal punto di vista comunicativo ed emotivo.

Per incrementare il numero delle donazioni, la via da percorrere è la promozione di un’autentica cultura del dono, in un’ottica non meramente utilitaristica, tendente al solo incremento del numero degli organi. La donazione di organi da destinare alla medicina dei trapianti risponde a una necessità “sociale”, che guarda al bisogno di cura di tanti pazienti che attendono l’operazione salva-vita di trapianto. Promuovere la cultura sottesa ai trapianti, nel rispetto di ogni vita umana, vuol dire rafforzare la cultura della solidarietà e della speranza. 

Per approfondire:

  1. CNT, Donazioni e trapianti 2024 di organi e cellule staminali emopoietiche, Report preliminare, gennaio 2025
  1. CNT, Donazioni e trapianti, 2024 da record, Comunicato, gennaio 2025
  1. Feltrin G., Un quinquennio di nuove sfide per la rete: punti nodali e programmazione del futuro, Trapianti 2024.

Approfondisci anche sul sito del Ministero della Salute 

ultimo aggiornamento il 21 Marzo 2025

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