S&V FOCUS | 22 dicembre 2021

ONU, risoluzione storica: giustizia sociale e diritti alle persone che vivono con una malattia rara. Anche in Italia nuova attenzione.

Gli approfondimenti di S&V | di Francesca Piergentili

Roma, 17 dic. (askanews) - È stata adottata per consenso, dai 193 Stati membri, durante la 76esima sessione dell`Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Risoluzione che riconosce i diritti dellepersone con malattia rara, presentata da Qatar, Brasile e Spagna e promossa da RDI-Rare Diseases International, in partnership con Eurordis-Rare Disease Europe e NGO Committee for Rare Diseases.

		L`Italia è tra i 54 Paesi co-sponsor dell`iniziativa grazie all`azione di UNIAMO - Federazione Italiana Malattie Rare.

		UNIAMO in accordo con Eurordis - Rare Disease Europe e Rare Disease International, ha chiesto al Governo italiano di sostenere l`adozione della Risoluzione ONU a favore delle persone con malattia rara, per garantire una maggiore integrazione e inclusione sociale ai 300 milioni di persone con malattia rara nel mondo.

		La Risoluzione è uno strumento per includere le malattie rare all`interno del sistema delle Nazioni Unite, per rafforzare la comunità mondiale delle persone che vivono con una malattia rara e per promuovere e incoraggiare le strategie nazionali e la collaborazione internazionale. L`attuazione degli elementi chiave, presenti nella Risoluzione nei diversi Paesi, sarà inoltre monitorata e verificata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite.

		"Le malattie rare nel mondo sono ancora poco conosciute e questa mancanza di conoscenza incide fortemente nella vita delle persone con malattia rara che sperimentano esclusione sociale e discriminazione sin da bambini. I più piccoli, infatti, faticano ad essere inclusi e integrati nei sistemi educativi insieme ai loro genitori che lottano per trovare e conservare il posto di lavoro costantemente esposto alle sfide di una persona che vive con malattia rara", dichiara Annalisa Scopinaro, Presidente di UNIAMO.

		"La nostra Federazione - aggiunge - è stata fra i promotori dell`azione sulla Risoluzione Onu e oggi desidero ringraziare il Ministero della Salute e la Missione permanente dell`Italia alle Nazioni Unite che, d`intesa con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, hanno sostenuto la richiesta fino all`approvazione. Questa Risoluzione rappresenta inoltre una pietra miliare per l`inclusività delle donne, che più di tutti sperimentano barriere nell`accesso alle cure, un maggiore stigma e spesso si ritrovano ad essere unici caregiver della famiglia".

	La Risoluzione ONU promuove il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) dell`Agenda ONU 2030, cui sia l`Ue che i singoli Stati membri si sono impegnati. In Europa questo si tradurrà nello sviluppo di un Piano d`Azione europeo per le malattie rare all`attenzione della Commissione europea.

	La Risoluzione rappresenta dunque un tassello fondamentale dell`operazione complessiva di re-inquadramento delle politiche attuali e future in materia di malattie rare per affrontare i bisogni insoddisfatti anche dei 30 milioni di persone che vivono in Europa con una malattia rara.

	Il commento della Missione permanente d`Italia alle Nazioni Unite che ha sostenuto l`adozione della Risoluzione ONU: "La tutela dei diritti delle persone che vivono con una malattia rara costituisce una condizione imprescindibile per il pieno riconoscimento della loro dignità e di quella delle loro famiglie e per la realizzazione di una loro piena ed effettiva integrazione nel tessuto sociale ed economico".

	"La risoluzione dell`ONU sulle malattie rare è un fondamentale passo in avanti per declinare il diritto universale alla salute nella maniera più ampia ed equa possibile, facendoci carico del benessere complessivo dei pazienti e dei loro caregiver e dando risonanza alla loro voce con un`eco mondiale - afferma Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute -. L`Italia ha un forte commitment nell`implementazione di strategie nazionali e internazionali per favorire la ricerca clinica, l`accesso ai trattamenti più adeguati e innovativi per i malati rari, la corretta formazione e informazione, come testimonia la recente approvazione da parte del Parlamento del Testo Unico sulle malattie rare. In questo senso, la spinta e la capacità di fare sistema che le Associazioni dei pazienti possono offrire è assolutamente preziosa e insostituibile".

	"Dalla Sclerosi laterale amiotrofica (SLA) all`Atrofia muscolare spinale (SMA), passando per le patologie mitocondriali, le leucodistrofie, le sindromi di Ehlers-Danlos, la Distrofia Muscolare di Duchenne e Becker fino alla Distrofia muscolare facio-scapolo-omerale. Sono tante le malattie rare che si accompagnano spesso a gravi disabilità fisiche, intellettive e del neurosviluppo e dunque con bisogni complessi da tutelare.
Sono lieta di poter affermare che abbiamo già iniziato a costruire quanto raccomandato in questa prima risoluzione dell`ONU dedicata alle sfide delle persone con malattie rare, con le politiche a partire dal disegno di Legge previsto dal PNRR che delega il Governo in materia di disabilità, che ha ricevuto il pieno sostegno e riconoscimento da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi ed è stata votata all`unanimità dalla Camera. Il nostro impegno in questo senso rientra nell'ambizioso obiettivo di ammodernare e rendere più inclusivo il nostro sistema di welfare, in modo che nessuno sia più lasciato solo", afferma Erika Stefani, Ministro per le disabilità.

Negli ultimi mesi nuova attenzione delle Istituzioni, internazionali e nazionali, è stata data alle malattie rare, ancora poco conosciute. In particolare, è stata da poco adottata dalle Nazioni Unite, durante la settantaseiesima sessione dell’Assemblea Generale (con il consenso dei 193 Stati membri), la Risoluzione “Addressing the Challenges of Persons Living with a Rare Disease and their Families”, che riconosce i diritti delle persone che in tutto il mondo vivono con una malattia rara.
La Risoluzione ONU, presentata da Qatar, Brasile e Spagna, promossa da RDI-Rare Diseases International, in partnership con Eurordis-Rare Disease Europe e NGO Committee for Rare Diseases, è uno strumento importante che pone le malattie rare tra le priorità dell’agenda dell’ONU, promuovendo strategie e collaborazioni internazionali.
Come si legge nel testo della Risoluzione, essa riconosce l’importanza dell’equità, della giustizia sociale e degli strumenti di protezione sociale per l’eliminazione delle cause di discriminazioni e per garantire un accesso universale ed equo a servizi sanitari di qualità, al di là delle possibilità finanziarie delle persone, in particolare per tutti coloro che si trovano a vivere situazioni di estrema vulnerabilità. Essa prende atto delle difficoltà e delle disuguaglianze venutesi a creare (e a inasprirsi) con la pandemia, soprattutto per le persone fragili e le loro famiglie, in particolare rispetto all’accesso ai servizi sanitari essenziali, con gravi ricadute di natura psicologica, sociale ed economica.
La Risoluzione invita gli Stati membri a rafforzare i sistemi sanitari, in particolare l’assistenza sanitaria di base, al fine di fornire un accesso universale a un’ampia gamma di servizi sanitari sicuri, di qualità, tempestivi e integrati. Il documento sottolinea l’importanza dei fattori culturali, familiari, etici e religiosi nel trattamento, nella cura e nel sostegno alle persone che vivono con una malattia rara. Gli obiettivi specifici della Risoluzione sono: favorire inclusione e partecipazione nella società delle persone con malattia rara e delle loro famiglie; garantire un accesso equo e universale a servizi sanitari di qualità; promuovere azioni e strategie nazionali; integrare le malattie rare tra i programmi e le priorità delle Agenzie dell’ONU; pubblicare rapporti periodici per monitorare i progressi nell’attuazione della Risoluzione stessa.
Anche in Italia il tema delle malattie rare ha trovato una nuova attenzione, con l’approvazione di una legge organica in materia, la legge 10 novembre 2021, n. 175.  L’art. 2 della legge definisce le malattie rare, comprese quelle di origine genetica, come quelle patologie “che presentano una bassa prevalenza”: ai fini della normativa, per bassa prevalenza delle malattie rare “si intende una prevalenza inferiore a cinque individui su diecimila”; sono poi comprese anche quelle “ultra rare”, caratterizzate da una prevalenza inferiore a un individuo su cinquantamila, e i “tumori rari”. Le finalità del provvedimento sono: l’uniformità dell’erogazione nel territorio nazionale delle prestazioni e dei medicinali, compresi quelli orfani; il coordinamento e l’aggiornamento periodico dei livelli essenziali di assistenza (LEA) e dell’elenco delle malattie rare; il coordinamento, il riordino e il potenziamento della Rete nazionale per la prevenzione, la sorveglianza, la diagnosi e la terapia delle malattie rare. La legge prevede, inoltre, l’istituzione di un Fondo di solidarietà dedicato al finanziamento delle misure di sostegno del lavoro di cura e assistenza delle persone con malattia rara invalidi civili al 100% o disabili con connotazione di gravità ai sensi della legge 104 e che necessitano di assistenza continua. La normativa prevede l’aggiornamento dei LEA e stabilisce, in caso di ulteriori ritardi, che venga attuata una procedura alternativa, facilitando così l’aggiornamento della lista delle malattie rare esenti e anche delle patologie da sottoporre a screening neonatale.
Le malattie rare oggi note sono più di 7000, mentre attualmente l’elenco ministeriale prevede solo 453 codici di esenzione (per un totale di almeno 682 malattie esplicitate). La legge impone, poi, alle regioni un impegno per ridurre i tempi di accesso alle terapie approvate. Le  regioni  assicurano anche,  attraverso  i  centri   regionali   e interregionali di coordinamento, il flusso informativo delle reti per le malattie rare al Centro nazionale per  le  malattie  rare  al fine di “produrre nuove  conoscenze, di monitorare l’attività e  l’uso  delle  risorse  nonchè  di valutare la qualità complessiva della presa in carico dei pazienti e di attuare  un  monitoraggio  epidemiologico,  anche  allo  scopo  di orientare e di supportare la programmazione nazionale in  materia  di malattie rare e le azioni di controllo e di verifica”. Un ruolo importante è assegnato ai piani diagnostici terapeutici assistenziali personalizzati, che determinano tutte le prestazioni che il SSN deve garantire ai pazienti.
La legge sottolinea la necessità di fornire esenzione alle malattie rare secondo la logica dei gruppi aperti, in modo da garantire che tutte le malattie rare afferenti a un determinato gruppo siano comprese nell’elenco. È, poi, prevista l’istituzione presso il Ministero della salute del Comitato nazionale per le malattie rare, che svolgerà funzioni di indirizzo e coordinamento.
Il Ministero dovrà ora impegnarsi a garantire un’informazione tempestiva e corretta ai pazienti affetti da una malattia rara e ai loro familiari. Dovrà inoltre sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tematica. Come spesso si ricorda su temi così delicati, è infatti fondamentale non solo la proclamazione dei diritti, ma anche la loro concreta attuazione e lo sviluppo della cultura della cura delle vulnerabilità contro le disuguaglianze e gli ostacoli che la persona e la sua famiglia si trova a vivere. 

Per approfondire: 

ultimo aggiornamento il 17 Gennaio 2025

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