SCIENZA & VITA: PIU’ CURE PALLIATIVE ALTRO CHE DOLORISMO CATTOLICO

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“L’Italia è in ritardo sul fronte delle cure palliative, ma bisogna tener conto che solo negli ultimi anni si è messo in moto un meccanismo di finanziamento pubblico che ha consentito di stanziare complessivamente 206 milioni di euro nel triennio 2006/08. Ci sono Regioni italiane che hanno speso l’intera cifra loro attribuita ed altre che fanno fatica. Inoltre il gap territoriale non corre sulla consueta linea Nord/Sud, ma è in qualche modo trasversale. Con punte di eccellenza anche al Sud. Non ci nascondiamo che le risorse vanno aumentate, soprattutto per creare nuovi hospice per favorire la diffusione delle cure palliative e delle relative terapie del dolore”. Queste le cifre fornite nel corso della conferenza stampa organizzata dall’Associazione Scienza & Vita e alla quale ha partecipato il professor Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio nazionale per la salute delle Regioni italiane che ha illustrato i primi risultati di una serie di indagini, le cui conclusioni verranno rese pubbliche all’inizio del prossimo anno.
Il professor Ricciardi ha anche segnalato che, solo nel campo oncologico, “ogni anno 160mila nuovi pazienti hanno bisogno di cure palliative in presenza di una malattia oncologica in fase terminale”.
Un’emergenza sanitaria e culturale, rispetto alla quale, ha sottolineato la presidente di Scienza & Vita, Maria Luisa Di Pietro, “sono dannosi gli steccati ideologici”. “Noi siamo impegnati a costruire una frontiera di dialogo fra credenti e non credenti, secondo lo spirito della nostra Associazione, per costruire un’offerta di cura che abbatta la domanda di morte. Quella che fa sostenere a tanti laicisti che il nostro Paese necessiti addirittura dell’eutanasia. Queste ricerche dimostrano che la domanda di morte crolla in presenza di cure palliative e di adeguate terapie del dolore, rispetto alle quali noi siamo totalmente favorevoli”.
Sul tema del cosiddetto “dolorismo cattolico” è intervenuta la vicepresidente Lucetta Scaraffia: “E’ ancora molto diffuso, nel nostro Paese, il pregiudizio per cui sarebbe proprio la cultura cattolica che impedirebbe questa cura del dolore, confondendo un aspetto fondamentale del cristianesimo, che è quello di dare un senso al dolore, con un dolorismo che non gli appartiene”.
“Ancora ieri, su Repubblica – ha concluso Scaraffia – Rodotà accusava la Chiesa di essere responsabile della insufficiente applicazione delle cure palliative, ignorando che sono proprio gli ospedali e gli hospice cattolici ad essere all’avanguardia in questo campo”.

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Pubblicato in Comunicati Stampa