SCIENZA & VITA | GAMBINO | DISAPPUNTO E PERPLESSITA’ SUL CONCORSO AL S. CAMILLO DI ROMA COMUNICATO STAMPA

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L’Associazione Scienza & Vita esprime vivo disappunto  e perplessità di fronte all’iniziativa dell’Ospedale S. Camillo in Roma, che ha messo a bando due posti di dirigente medico da assegnarsi al settore del Day Hospital e Day Surgery, “per l’applicazione della L. 194/78 – interruzione volontaria della gravidanza”.

Il senso dell’iniziativa, infatti, è stato spiegato chiaramente dal direttore generale del San Camillo-Forlanini, Fabrizio d’Alba: “Se chi ha vinto il concorso farà obiezione di coscienza nei primi sei mesi dopo l’assunzione, potrebbe rischiare il licenziamento, perché sarebbe inadempiente rispetto al compito specifico per cui è stato chiamato”.  Dopo il periodo di prova, invece, l’obiezione di coscienza potrebbe portare “alla mobilità o addirittura alla messa in esubero”.

“Emergono con evidenza i probabili profili di illegittimità ed incostituzionalità del provvedimento,- rileva Alberto Gambino, presidente nazionale di S&V –  che si pone in radicale contrasto con il diritto costituzionale all’obiezione di coscienza e con la stessa disciplina della legge n. 194 /1978 (in particolare all’art. 9). Non è ammissibile pretendere da un dipendente la sua rinuncia all’obiezione di coscienza, dal momento che tale diritto, in quanto espressione della dignità umana, non è un diritto disponibile. L’obiezione di coscienza, infatti, secondo la nostra Corte costituzione è “il riflesso giuridico della dignità umana” (sentenza n. 467/1991). E anche quando uno si fosse impegnato a pensare in un certo modo, avrebbe comunque sempre il diritto di cambiare idea, in qualunque momento.  Dunque, se il datore di lavoro imponesse al dipendente di rinunciare all’esercizio del diritto se fare o meno obiezione, come prevede la legge n. 194 del1978, incorrerebbe in gravi violazioni di norme fondamentali, sancite fin nella Costituzione (art. 19, 21).”

“Del resto, – continua Gambino – la rinuncia al diritto di obiezione non era richiesta neppure nel bando (né così poteva essere, perché altrimenti sarebbe stato viziato). Il bando, infatti, si limitava a stabilire che i vincitori “verranno assegnati al Settore del Day Hospital e Day Surgery per l’applicazione della L.194/1978- interruzione volontaria della gravidanza”. Ma anche l’art. 9 – fino a prova contraria – fa parte della 194! E quindi va applicato!”

“Non convince neanche la presunta ‘urgenza’ di copertura del servizio d’IVG, accampata dalla Regione Lazio a giustificazione dell’iniziativa, visto che le cifre ufficiali presentate qualche mese fa dal Ministero della Salute mettono in evidenza la sufficienza del numero dei medici non obiettori per espletare tale servizio”. “Purtroppo, – conclude il Presidente di S&V – se c’è una parte della L. 194/78 ancora non sufficientemente attuata, questa è proprio la fase “preventiva” dell’aborto volontario, che d’altronde dovrebbe esprimere la ratio più autentica della stessa legge. A questa dimensione, pertanto, dovrebbero dedicare maggiori energie e risorse i preposti responsabili della cosa pubblica”.

 

 

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Pubblicato in Attività & News, News & Press