“Come cittadini italiani non riusciamo ad essere soddisfatti della riduzione degli aborti a ‘soli’ 127mila. Forse a qualcuno, ma non a noi, sfugge che si tratta di 127mila esseri umani a cui è stata negata la possibilità di nascere”. Così l’Associazione Scienza & Vita reagisce alla diffusione dei dati contenuti nella relazione annuale sull’attuazione della legge 194. “Senza dire – aggiunge l’Associazione – che dietro quelle migliaia di aborti (il 2,9% del totale) che si realizzano dopo i 90 giorni, con ogni probabilità si annida una scelta eugenetica, causata da una malattia o da una malformazione del feto. Pensate al solo fatto che non nascono più bambini con la sindrome di Down”.
“In secondo luogo – sottolinea Scienza & Vita – anche in questa relazione prevale il giudizio, più volte espresso in passato, secondo il quale ‘gli aborti sono diminuiti, dunque la legge funziona’. Un giudizio a dir poco sommario se non cinico, considerata la natura stessa di una legge che oggettivamente sopprime la vita umana. Del resto – prosegue l’Associazione – c’è una ferrea coerenza nel ragionamento del ministro Turco, laddove afferma che l’unico valore etico da difendere è la salute della donna. Al ministro chiediamo: ma l’embrione non merita tutela?”.
“Infine è interessante – conclude Scienza & Vita – il dato sull’obiezione di coscienza e come questa sia cresciuta tanto al Sud quanto in alcune aree del Nord. Ora, questa scelta viene fatta sempre più non solo dai ginecologi, ma anche da parte degli anestesisti e del personale non medico. A noi appare evidente che, per tutti questi soggetti, la misura ormai sia colma e che sia sempre più difficile e problematico chiedere o pretendere prestazioni professionali che violino il principio della difesa della vita. Forse sta maturando la convinzione che il no alla vita, mediante l’aborto, faccia davvero male al Paese”.
ultimo aggiornamento il 25 Febbraio 2015