RETE GIORNATA VITA NASCENTE | I RAPPRESENTANTI DI 40 ASSOCIAZIONI INCONTRANO LA PRESIDENTE DEL SENATO, SUL TAVOLO SEI PROPOSTE DI LEGGE E GLI APPELLI DI SINDACI E SENATORI LE CULLE SONO VUOTE, NON È PIÙ TEMPO DI RIMANDARE UN INTERVENTO SERIO DELLA POLITICA

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“Siamo molto grati alla presidente del Senato per averci accolto e ascoltato e per essersi impegnata a portare al più presto le nostre istanze in sede di Capigruppo. Insieme condividiamo la forte preoccupazione per il grave calo demografico che sta colpendo l’Italia. Una questione che, se non verrà affrontata al più presto dal Parlamento, porterà a inevitabili e drammatiche conseguenze per il nostro sistema Paese”.

A parlare è Eugenia Roccella, responsabile delle relazioni istituzionali della Rete per la Giornata della Vita Nascente – organismo laico e apartitico, composto da 40 associazioni – che insieme a una delegazione del movimento ha incontrato ieri la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Tra le istanze portate della Rete, in primis la messa a punto di ulteriori politiche economiche e sociali di sostegno alla genitorialità ma non solo, soprattutto l’appello a costruire un clima culturale favorevole alla natalità che favorisca il dibattito costruttivo.

Va in questa direzione la richiesta della Rete di istituire la Giornata della Vita Nascente, già al centro di 6 proposte di legge depositate da esponenti politici di diversi schieramenti e sottoscritta anche da alcuni sindaci. “Come Rete – afferma Andrea Mazzi, dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII – ci siamo attivati perché la Giornata della Vita Nascente diventi un appuntamento nazionale, da celebrare ogni anno in prossimità del 25 marzo, come già avviene in altri paesi del mondo. Lo scopo di questa iniziativa pubblica di sensibilizzazione è quello di diffondere un messaggio per il sostegno della genitorialità e della maternità, da considerare come beni sociali, perché arricchiscono il mondo di nuove risorse e di nuove energie”. Una iniziativa che l’Associazione Scienza & Vita sostiene e promuove fin dai suoi albori.

A margine dell’incontro si è tenuta una conferenza stampa alla quale ha partecipato una delegazione della Rete per la Gionata della Vita Nascente composta da Eugenia Roccella, Andrea Mazzi, Marina Casini del Movimento per la Vita e Lucio Gasparo dell’Associazione Nazionale Famiglie Numerose. Presenti anche Pierluigi Biondi, primo cittadino dell’Aquila – in rappresentanza dei sindaci che hanno sottoscritto dell’appello al Parlamento, consegnato oggi alla presidente Casellati, per la discussione urgente delle proposte di legge sulla Giornata per la Vita Nascente – Gaetano Quagliariello, Annamaria Parente e Lucio Malan.

I tre senatori, infatti, sono tra i firmatari – insieme a Pier Ferdinando Casini, Riccardo Nencini, Isabella Rauti, Matteo Richetti, Massimiliano Romeo, Luigi Zanda – della richiesta alla presidente Casellati di avviare una sessione straordinaria del Parlamento sull’emergenza demografica.

 “Appoggiamo pienamente queste iniziative e auspichiamo che si concretizzino al più presto – afferma Roccella –. Senza nuove generazioni non c’è futuro. È per questo che il problema della denatalità deve entrare con urgenza nell’agenda politica, a prescindere da ogni orientamento.”

Qui è possibile scaricare l’appello dei sindaci al Parlamento, la lettera dei senatori alla Presidente del Senato e le proposte di legge depositate per l’istituzione della Giornata della Vita Nascente: https://drive.google.com/drive/folders/1dIvTJwEUrIHqlto_jMqIHrlwaQw6jwRT?usp=sharing

 

Dichiarazioni dei presenti

Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila:

“Il problema della riduzione della natalità è causato da due elementi principali, uno di natura ideologica e l’altro di natura contingente. Rispetto al primo, ricordo che da un po’ di anni a questa parte stiamo assistendo a una destrutturazione del concetto stesso di comunità, alla cui base si colloca la famiglia, come conseguenza di una riduzione progressiva dei diritti dei singoli. Il secondo, di natura contingente, dipende dall’incertezza che sta provocando perfino un rifiuto netto di avere figli. Incertezze legate, per fare degli esempi, al diritto al lavoro o al diritto alla casa. Non è un caso se le comunità che si impoveriscono dal punto di vista demografico sono le più povere in termini di possibilità di erogazione dei servizi”.

Gaetano Quagliariello, senatore Italia al Centro, promotore della lettera alla presidente Casellati:

“Il piano europeo di ripresa post-pandemica si chiama ‘Next Generation’, ma bisogna chiedersi a quale generazione si rivolga visto che l’orizzonte demografico del nostro Paese e non solo si va drammaticamente restringendo. Se vogliamo che un futuro ci sia, per ragioni basilari di vitalità ma anche per una questione di sostenibilità di un sistema sociale solidale, sarebbe necessario che l’emergenza della denatalità avesse nel dibattito pubblico e nelle scelte politiche e di governo quantomeno la stessa dignità della transizione ecologica… Per questo abbiamo sollecitato una sessione straordinaria del Parlamento, per analizzare il problema senza confinarlo nella sola dimensione economica o farne solo una astratta questione esistenziale, ma contemperandone i diversi aspetti per elaborare proposte concrete di intervento”.

Lucio Malan, senatore Forza Italia:

La questione della natalità è una vera urgenza per l’Italia. Oggi nascono la metà dei bambini che nascevano nel 1976, circa un terzo rispetto al 1960. Occorre dare un sostegno non soltanto economico, ma anche culturale, che oggi vuol dire anche mediatico, all’importanza della maternità. Oggi il sostegno economico a chi ha figli è drammaticamente insufficiente, ma c’è anche una tendenza a ignorare del tutto la questione figli, prospettiva infatti esclusa, anche in prospettiva, da molti giovani”.

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L’Italia è il paese europeo in cui si nasce di meno. Secondo gli ultimi dati Istat*, tra gennaio e settembre del 2021 i nati nel nostro Paese sono stati 12.500 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quasi il doppio rispetto a quanto osservato nei primi nove mesi del 2019. Un record negativo per la natalità – dovuto in larga misura alla pandemia ma in linea con le tendenze degli ultimi anni – che farà scendere il numero di abitanti nel nostro Paese a 47,6 milioni nel 2070. Se non ci sarà un’inversione di tendenza, le previsioni dell’Istat indicano nel 2048 l’anno in cui i decessi potrebbero doppiare le nascite (784mila contro 391mila) e per il 2050 un rapporto tra giovani e anziani di 1 a 3 con la popolazione in età lavorativa che scenderà in 30 anni dal 63,8% al 53,3% del totale.

*Report “Natalità e fecondità della popolazione residente – anno 2020”, del 14 dicembre 2021

 

giornatavitanascente.org

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