AVVENIRE | 3 marzo 2025

Cure palliative pediatriche | Nelle Marche nasce il centro regionale

di Vincenzo Varagona

Generalmente le cure palliative richiamano il mondo delle patologie oncologiche. Nella pediatria marchigiana questa connessione è vera solo per il 15% dei casi, mentre in prevalenza si tratta di malattie genetiche, neurologiche o metaboliche, spesso invalidanti.
Il dato arriva dal Centro regionale per la terapia del dolore e le cure palliative pediatriche dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche: «L’errata percezione – spiega Simone Pizzi, direttore del Centro – si deve anche al termine “hospice” utilizzato per gli adulti e correlato al fine vita oncologico.

Nelle cure palliative pediatriche si ragiona di vita, non di morte».

La nuova legge sul fine vita in Toscana non sembra avere troppa eco nelle Marche, nonostante il recente passato, con gli interventi legali dell’Associazione Coscioni che aveva attaccato la Regione, accusata di inerzia rispetto ai diritti alcuni pazienti. Il dato di cronaca invece è l’inaugurazione, il 5 marzo, del Centro di riferimento regionale per la terapia del dolore e le cure palliative pediatriche a Villa Maria del presidio Salesi di Ancona, nel locale polo ospedaliero e universitario.

«La medicina pediatrica – afferma Simone Pizzi, direttore del Centro – ha scoperto da poco le cure palliative, rivolte a quei bambini che non avevano alcuna speranza di vita e oggi ce l’hanno grazie ai progressi della medicina, che permettono di prolungare la vita di mesi, anche anni, addirittura di diventare adulti, anche se non guariscono».

Il Centro è nato due anni fa, oggi segue circa 90 pazienti ed è una delle mission dell’Associazione Raffaello. Ne è presidente Nazzarena Barboni, una mamma che ha toccato con mano il problema, decidendo di sostenere questa realtà e accelerandone più possibile l’operatività, con una donazione significativa che ha coperto la spesa relativa a tutto l‘arredamento necessario.
«Associare le cure palliative pediatriche solo al fine vita – spiega Nazzarena – è fuorviante, perché la loro missione è più ampia, cioè rendere la vita dei piccoli pazienti il più normale possibile: non solo alleviare il dolore, ma alzare la qualità della vita in ogni sua fase». «Quando non è possibile guarire – insiste Pizzi – è sempre possibile curare».

Guarda il video dell’inaugurazione su RAI News 

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ultimo aggiornamento il 7 Marzo 2025

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