Le promesse della genetica. Un “viaggio” del professor Giovanni Neri, dall’Inghilterra vittoriana di Sir Francis Galton ai supertecnologici laboratori dei giorni nostri.

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Quali sono stati i due grandi protagonisti della storia del XX secolo? Le ideologie e la scienza. Le prime sono crollate, anche se fra le macerie rimane qualche focolaio fumante. La seconda ha trionfato, e continua a stravincere in questo scorcio iniziale del nuovo millennio. Non possiamo che compiacerci per come sono andate le cose, ma non dobbiamo esimerci dal sorvegliare, da un lato, che il fuoco non ricominci a divampare dalle rovine, e dall’altro dal guardare con senso critico anche a quelli che sembrano essere i più straordinari e benefici progressi della scienza. Scienza che è diventata pensiero dominante, se non addirittura unico, nella cosiddetta società occidentale avanzata, contribuendo alla costruzione di un contesto culturale nel quale le questioni di fondo sulle quali da sempre l’uomo si interroga – la nostra origine, il senso della nostra esistenza, l’esistenza di Dio, l’immortalità dell’anima – non sembrano più avere alcun senso perché non hanno, dal punto di vista scientifico, valore euristico. In altre parole, queste sono diventate domande inutili in quanto si riferiscono ad argomenti non riconducibili ad un’analisi scientifica. Più in generale, se il metodo di analisi scientifica è l’unico che viene riconosciuto valido ai fini della conoscenza, allora qualsiasi oggetto che non sia studiabile scientificamente è come se non esistesse e quindi, di fatto, non esiste, è soppresso.

 

Prof. Giovanni Neri
Istituto di Genetica Medica
Università Cattolica del S. Cuore
Roma

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