C’è chi la delimita alla “clinica”, chi la reputa “troppo accademica”, chi la immagina “globale”. Negli ultimi anni, la Bioetica sembra aver smarrito la sua identità e la sua missione. Eppure se anche per alcuni questa disciplina può essere caduta in disuso, a non perdere vigore e attualità sono gli attentati alla vita umana, quella nascente come quella morente, così come gli attacchi alla procreazione e alla famiglia.
Abbiamo pensato a un corso che riparta dai temi “classici” della Bioetica che abbia però il coraggio di riaprire il dibattito da un lato su questioni diventate ormai un tabù – come ad esempio la “morte cerebrale” – e dall’altro su temi nuovi e già controversi – come ad esempio la manipolazione genetica a scopo “terapeutico”.
La scelta non di presentare una serie di conferenze ma di strutturare un corso è dettata dal desiderio di recuperare una delle più importanti caratteristiche della Bioetica, ovvero la formazione delle coscienze: è importante oggi non solo dire no, ma capire perché una certa scelta è scorretta e per farlo occorre un percorso didatticamente strutturato che fornisca non solo contenuti di alto livello, come quelli che desideriamo offrire, ma anche e soprattutto fondamenti. È con queste basi, infatti, che si riesce a cogliere la validità o meno di una posizione o di un atto medico e la drammatica interconnessione tra tutti i temi legati alla vita umana, anche se non si è “addetti ai lavori”. La formazione morale, infatti, non ha lo scopo di piegare la volontà in un senso piuttosto che in un altro, quanto invece quello di evocare un interesse, suscitare una capacità critica, sviluppare una competenza di ordine conoscitivo e pratico.
La sfida è riscoprire la Bioetica, una disciplina che non è affatto “passata di moda”, anche se così può sembrare, e riscoprirne la fondamentale importanza per la difesa della vita umana sia in ambito medico sia in quello educativo. Per questo il corso si rivolge a studenti e professionisti dell’ambito sanitario, ma anche agli educatori: sacerdoti e religiosi, genitori, insegnanti e catechisti.
Il nostro è l’invito a una vera e propria “caccia al tesoro”; perché riscoprire la Bioetica significa riscoprire l’inalienabile valore della persona umana, creata a immagine di Dio, l’inviolabilità della sua vita e l’intangibilità del suo corpo, ma anche la bellezza della legge scritta nel suo essere, a scanso del riduzionismo relativista e del nichilismo di cui è permeato il razionalismo moderno.
La coordinatrice, Prof.ssa Giorgia Brambilla
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ultimo aggiornamento il 9 Marzo 2022