E’ stato rilevato che la modernità tende a rinunciare al concetto metafisico di “natura” sostituendolo con la storia. Si riscontra tale tendenza nelle varie forme di storicismo di questi ultimi secoli: idealista, marxista, positivista sia soprattutto nelle visioni esistenzialiste e post moderne che affermano che l’uomo è infondo un prodotto sociale e che le realtà e le istituzioni che la Chiesa chiama “naturali”, come la famiglia, non sono altro che istituzioni storiche e “situazionali”, quindi culturali e destinate a cambiare nel tempo. In questa ottica tutto è variabile e, in nome del “costume” o della tecnica, si cerca di superare la dimensione della natura, aprendo la strada ad un vero e proprio relativismo. Si muta terminologia e con le parole cambiano i contenuti: non ci sono il padre e la madre ma i genitori, (A e B), non ci sono più il maschi e la femmine ma una indistinta realtà all’insegna dell’ideologia del “gender”. Scienza e Vita Firenze ha, pertanto, dedicato il prossimo incontro del 21 aprile 2008, (ore 17,45 nella Sala Verde della Cassa di Risparmio di Firenze, via dei Pucci 1, Firenze), a questo tema: L’ideologia del gender: maschio e femmina, natura e cultura Interverranno: Prof.sa Lucetta Scaraffia, docente di Storia Contemporanea all’università di Roma la Sapienza e che anche nella veste di vicepresidente nazionale di Scienza e Vita ha curato l’approfondimento delle problematiche del “gender”. Prof.sa M. Teresa Russo, docente di Etica Sociale e Antropologia presso l’università Roma tre. Prof.sa Chiara Bencini, docente di Biologia Generale presso l’università di Fireze. Sarà presente in qualità di moderatore il prof. Vincenzo Bugliani, vicepresidente di Scienza e Vita Firenze nonché esponente storico ed autorevole del movimento dei Verdi. La persona: “Ciò che è essere personale, la persona, è ciò che c’è di più perfetto” (A. Rosmini). La persona non è l’individuo, la persona è un nodo di relazioni. “La persona significa che l’io non è mai un vero io se non ha in sé la traccia del tu L’individuo chiuso in sé stesso, cancella proprio la dinamica io-tu, l’apertura all’altro: l’amore che si dona, appunto. E’ un pensiero essenzialmente cristiano: la persona non c’è prima di un colloquio con Dio”, (G. Reale). Se dalla dimensione relazionale della persona qualcuno ha voluto trarre motivo per sostenere la sua esistenza non dal concepimento ma da un momento successivo, in cui l’individuo diventa realmente relazionale e quindi ingenerando equivoci, va tuttavia sempre riaffermato il valore assoluto dell’essere umano inteso non chiuso individualisticamente in sé ma aperto agli altri. Il concetto e i valori connessi alla persona sono il portato della civiltà ebraico cristiana e la sua maturazione è avvenuta nel mondo cristiano occidentale. Si ritrova qui il fondamento dell’uguaglianza degli uomini fra loro, della pari dignità tra uomo e donna e, sul piano politico, la nascita delle istituzioni libere e della civiltà politica espressa nel termine liberal democrazia
ultimo aggiornamento il 9 Marzo 2022