OBIEZIONE DI COSCIENZA

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Definizione
Obiezione: Difficoltà (da ob-icere) che si interpone o per volere del soggetto o oggettivamente ad un’azione. L’obiezione di coscienza è la difficoltà ad operare generata dalla coscienza del soggetto

Realismo
La coscienza può essere intesa in vario modo: o è un avviso che si desta nella persona quasi istintivamente verso un’azione che si compie, o è una risposta razionale ad una serie di fatti che si pongono obiettivamente. La coscienza insomma o è un fatto morale o una consapevolezza. In entrambi i casi, possiamo dire che ogni azione desta una coscienza in una persona; può non essere avvertita o presa in considerazione, ma la risposta chiamata “coscienza” è inevitabile.

Ragione
La coscienza (che sia morale o solo una conoscenza dei fatti) obbliga l’individuo a scegliere, e talora la scelta si pone in contrasto con una convenienza immediata o a lungo termine o anche con la legge di un istituto di appartenenza o di uno Stato. Tanti esempi potremmo fare, i più noti dei quali sono quelli che riguardano le scelte sulla vita e sulla morte, come andare in guerra, fare esperimenti su animali, provocare aborti. Il soggetto può obiettare secondo leggi previste dallo stato, ma può anche obiettare in assenza di tali leggi andando incontro a sanzioni.

Empatia
Non è detto che l’obiezione di coscienza debba sussistere solo in presenza di leggi che la depenalizzano o che non la sanzionano. Se la coscienza (morale o consapevolezza dei dati che sia) porta la ragione dell’individuo a rifiutare un comportamento impostogli, costui deve domandarsi se seguire la coscienza o accodarsi al comportamento di massa. Tuttavia lo Stato deve aver sempre la porta aperta al riconoscimento dei motivi di coscienza suscitati ed esplicitati da un individuo o da un gruppo di individui.

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