Decennale di Scienza & Vita 29 e 30 maggio 2015

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Dieci anni di Scienza & Vita rivissuti in un convegno che si preannuncia molto partecipato, un appuntamento importante che non vuole essere solo celebrativo, ma rappresentare la tappa di un cammino che continua.

“Quale Scienza per quale Vita?” è un’occasione di valutazione condivisa sul percorso fatto in questi anni e di programmazione di nuove sollecitazioni per il futuro che ci attende. Dieci anni vissuti all’insegna dell’impegno sul territorio per elaborare una riflessione sul campo in merito ai principi antropologici e scientifici della bioetica cristianamente ispirata ed anche aperta laicamente a ogni contributo di idee e di progetti. La nostra bussola è sempre orientata ai principi cardine della tutela e promozione della vita umana, quale garanzia del rispetto dei diritti di ogni persona e allo sviluppo di una certa idea di scienza, quella che guarda ai fini umanistici della ricerca e alla sua applicazione tecnica evitando derive utilitaristiche e lesive della dignità umana. I progressi della ricerca e le derive della tecnoscienza rendono indispensabile che le questioni più delicate della vita umana – la nascita, la disabilità, la malattia, la morte – siano oggetto di riflessione e di interazione tra filosofia, etica e scienza, affinché quest’ultima sia in grado di meglio ridefinire il suo compito. Senza questa sinergia si cadrebbe nella retorica dei discorsi vuoti e nella pratica scientifica sciolta da ogni premura etica.

“Quale Scienza per quale Vita?” è più di un titolo che gioca con il nostro nome: è un interrogativo che ci interpella pressante, in un’epoca in cui tutto sembra lecito semplicemente perché è divenuto possibile. Per questo sono molte le sfide che ci interpellano in questo nostro essere presenti nel dibattito pubblico. La questione antropologica incrocia tutti i circuiti virtuosi del rapporto fra vita e scienza. Temi quali la procreazione assistita, l’eterologa, la maternità surrogata, l’eugenetica, il futuro degli embrioni, e molto altro, sono da sempre al centro del nostro pensare e operare. Fra le sfide odierne, vedo l’avvicinarsi della questione dell’eutanasia nell’agenda politica, tema questo che ci vedrà impegnati in prima linea. Non dimenticando però il chiarimento delle teorie di gender e delle sue nefaste ricadute sul piano della formazione delle giovani generazioni. Ciò significa dover entrare nelle dinamiche delle varie agenzie educative, per non lasciare sole le famiglie e il campo a quanti, con poca serietà scientifica e molta arroganza ideologica, credono di intervenire massicciamente nelle scuole proponendo piani didattici agghiaccianti e privi di qualsiasi giustificazione pedagogica. Su tutti questi temi vogliamo continuare a tenere aperto un confronto che va al di là delle contrapposizioni ideologiche, sterili per definizione, mentre il nostro obiettivo, da sempre, è quello della discussione costruttiva e feconda.

In quest’ottica il convegno del decennale sarà arricchito da importanti contributi di riflessione, primo fra tutti quello del cardinale Angelo Bagnasco, relatore principale del convegno. E poi avremo il grande dono di esser ricevuti in udienza particolare da Papa Francesco, la cui guida ci indicherà i punti di riferimento necessari per il prosieguo del cammino. Sappiamo per esperienza che per essere credibili ed efficaci, occorre immaginare nuovi metodi di intervento:  meno teorie e più radicamento nella vita di quanti soffrono, soprattutto i più deboli e meno ascoltati; meno voci stentoree e più parole e gesti dettati dalla passione di capire e dalla responsabilità di intervenire.

Lavoriamo insieme, donne e uomini, credenti e non credenti, laici e Pastori, per attivare pratiche virtuose in grado di coinvolgere all’interno della società civile italiana ogni persona responsabile.

Di Paola Ricci Sindoni 

Presidente Nazionale Associazione Scienza & Vita

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La scienza a servizio della vita e di una società autenticamente umana. 
Relazione di Apertura al Decennale Dell’Associazione S&V
di S. Em. Rev. Card. Angelo Bagnasco 
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana 
Questo Convegno è occasione non solo per commemorare il decimo anniversario di Scienza & Vita, ma ancor più per fare il punto della situazione sulla strada che rimane da fare e sulle sfide sempre più insidiose che una cultura di morte dissemina sul cammino di tanti uomini e donne, e che finisce per pervadere tutto il tessuto sociale, condizionando le scelte e gli stili di vita.
Undici anni fa, in occasione della convocazione referendaria sulla legge 40, si costituì un Comitato, che poi scelse di continuare la sua attività attraverso l’Associazione.
Nel referendum sulla legge 40 erano in gioco la vita e il rispetto che le è dovuto, il riconoscimento dell’essere umano fin dal concepimento come persona e non come cosa, come individuo e non come oggetto da fare e disfare, da procurarsi ed eventualmente eliminare. Ben più importante dell’appuntamento referendario, tuttavia, oggi come allora è l’impegno di sensibilizzazione culturale e di formazione delle coscienze. A ben poco serve una legge – lo vediamo ogni giorno – se non esprime una consapevolezza pubblica e condivisa sul valore della vita e la dignità di ogni persona.
Questa sensibilizzazione costituisce il vostro compito nel nostro contesto sociale, purtroppo così segnato da ingiustizie e da pratiche contrarie al bene dell’uomo. È un’opera mai pienamente realizzata, ma attuata solo in minima parte; richiede per questo da parte nostra determinazione, umiltà e spirito di sacrificio. Ogni giorno affacciano nuove teorie e pratiche contrarie alla vita, sintomi di una malattia spirituale profonda che affligge il nostro tempo.
Senza perdere mai la fiducia, né sentirci deboli o disarmati, cogliamo l’occasione di questo nostro incontro per confermarci nell’impegno, rafforzare la comunione e riconsiderare gli obiettivi. … Continua nell’allegato: Prolusione Scienza Vita 29 maggio 2015
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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO AI PARTECIPANTI
ALL’INCONTRO PROMOSSO DALL’ASSOCIAZIONE SCIENZA & VITA
Sala Clementina – Sabato, 30 maggio 2015
Cari fratelli e sorelle,
vi accolgo in occasione del decennale di fondazione della vostra Associazione, e vi ringrazio per
questo incontro e per il vostro impegno. Ringrazio in particolare la Signora Presidente per le
cortesi parole che mi ha rivolto a nome di tutti voi.
Il vostro servizio a favore della persona umana è importante e incoraggiante. Infatti la tutela e la
promozione della vita rappresentano un compito fondamentale, tanto più in una società segnata
dalla logica negativa dello scarto. Per questo, vedo la vostra Associazione come delle mani che si
tendono verso altre mani e sostengono la vita.
È un sfida impegnativa, nella quale vi guidano gli atteggiamenti dell’apertura, dell’attenzione, della
prossimità all’uomo nella sua situazione concreta. Questo è molto buono. Le mani che si stringono
non garantiscono solo solidità ed equilibrio, ma trasmettono anche calore umano.
Per tutelare la persona voi ponete al centro due azioni essenziali: uscire per incontrare e
incontrare per sorreggere. Il dinamismo comune di questo movimento va dal centro verso le
periferie. Al centro c’è Cristo. E da questa centralità vi orientate verso le diverse condizioni della
vita umana.
L’amore di Cristo ci spinge (cfr 2 Cor 5,14) a farci servitori dei piccoli e degli anziani, di ogni uomo
e ogni donna, per i quali va riconosciuto e tutelato il diritto primordiale alla vita. L’esistenza della
persona umana, a cui voi dedicate la vostra sollecitudine, è anche il vostro principio costitutivo; è la vita nella sua insondabile profondità che origina e accompagna tutto il cammino scientifico; è il
miracolo della vita che sempre mette in crisi qualche forma di presunzione scientifica, restituendo
il primato alla meraviglia e alla bellezza. Così Cristo, che è la luce dell’uomo e del mondo, illumina
la strada perché la scienza sia sempre un sapere a servizio della vita. Quando viene meno questa
luce, quando il sapere dimentica il contatto con la vita, diventa sterile. Per questo, vi invito a
mantenere alto lo sguardo sulla sacralità di ogni persona umana, perché la scienza sia veramente
al servizio dell’uomo, e non l’uomo al servizio della scienza.
La riflessione scientifica utilizza la lente d’ingrandimento per soffermarsi ad analizzare determinati particolari. E grazie anche a questa capacità di analisi noi ribadiamo che una società giusta riconosce come primario il diritto alla vita dal concepimento fino al suo termine naturale. Vorrei, però, che andassimo oltre, e che pensassimo con attenzione al tempo che unisce l’inizio con la fine. Pertanto, riconoscendo il valore inestimabile della vita umana, dobbiamo anche riflettere sull’uso che ne facciamo. La vita è innanzitutto dono. Ma questa realtà genera speranza e futuro se viene vivificata da legami fecondi, da relazioni familiari e sociali che aprono nuove prospettive.
Il grado di progresso di una civiltà si misura proprio dalla capacità di custodire la vita, soprattutto
nelle sue fasi più fragili, più che dalla diffusione di strumenti tecnologici. Quando parliamo
dell’uomo, non dimentichiamo mai tutti gli attentati alla sacralità della vita umana. È attentato alla
vita la piaga dell’aborto. È attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di
Sicilia. È attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di
sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È attentato alla vita il terrorismo, la
guerra, la violenza; ma anche l’eutanasia. Amare la vita è sempre prendersi cura dell’altro, volere
il suo bene, coltivare e rispettare la sua dignità trascendente.
Cari amici, vi incoraggio a rilanciare una rinnovata cultura della vita, che sappia instaurare reti di
fiducia e reciprocità e sappia offrire orizzonti di pace, di misericordia e di comunione. Non abbiate
paura di intraprendere un dialogo fecondo con tutto il mondo della scienza, anche con coloro che,
pur non professandosi credenti, restano aperti al mistero della vita umana.
Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. E, per favore, non dimenticate di pregare
per me! Grazie.
Scarica il discorso del Santo Padre in PDFpapa-francesco_20150530_associazione-scienza-vita
….
SALUTO DELLA PRESIDENTE PAOLA RICCI SINDONI AL SANTO PADRE
Sala Clementina, 30 maggio 2015

Padre Santo, è con questo nome che oggi tutti noi vorremmo salutarla, consapevoli del forte legame filiale che ci ha condotto qui, per ascoltare quanto vorrà dirci sulla nostra missione di testimonianza per la vita buona di tutti e di interpreti del difficile momento storico, dove lo strapotere della tecnoscienza sembra affievolire il rispetto della vita, dalla sua fase nascente sino alla fine naturale. Siamo anche convinti che molto, tanto sta nel mezzo a questi due momenti esistenziali; ed anche qui sentiamo tutta la necessità e il peso del nostro impegno, senza demonizzare chi la pensa diversamente, ma anche senza retrocedere da quei principi che fondano l’antropologia cristianamente ispirata.

Convinti di questo bene prezioso, che è la vita di tutti quanti camminano accanto a noi, cerchiamo di argomentare e di proteggere la dignità dei molti che sono emarginati nella società, in quella periferia che Lei ci indica come obiettivo da sostenere e da valorizzare: si pensi ai disabili, agli anziani, ai detenuti, ai bambini abbandonati a se stessi, orfani di quella necessaria formazione che la famiglia sembra incapace a garantire, e che la scuola talvolta impone in modo violento e ideologico. Si pensi ai giovani, non ancora inseriti nel mondo del lavoro, disorientati e stanchi, si pensi alle donne che in questa cosiddetta società avanzata, soffrono ancora di emarginazione e di violenza.

Scienza & Vita, che qui vede rappresentata da una piccola parte delle 110 associazioni locali diffuse sul territorio nazionale, costituite da medici, infermieri, bioeticisti, insegnanti, ricercatori scientifici, madri e padri di famiglia, cerca di muoversi appoggiandosi a due necessarie attitudini: una che è costituita dalla simpatia verso la scienza, l’altra dalla premura verso la società civile. Simpatia verso la scienza significa per noi sostenere i suoi progressi, quando sono rivolti al miglioramento delle condizioni della salute e alla buona qualità della vita di tutti. Critici nei confronti della ricerca scientifica, quando cede alle lusinghe ideologiche ed economiche della tecnologia, in mano a poteri globalizzati e occulti, e perciò neutrali e indifferenti verso i suoi risultati, molto spesso in contrasto con i principi che sostengono l’antropologia cristiana e la dignità dei cittadini.

D’altro canto ci muove la premura per le persone, talvolta oggetti passivi delle pratiche tecnologiche e che noi cerchiamo con umiltà e decisione di rendere consapevoli che, al di là dei presunti e immediati benefici, è la vita di tutti che è a rischio, quando manca l’ethos, ossia il rispetto e la cura, la responsabilità e la salvaguardia.

Tutto il nostro lavoro sta nel valorizzare quella piccola particella, la “e”: scienza e vita, pratiche sanitarie e dignità del malato, tecniche di procreazione e rispetto per il nascituro e per la donna, riguardo verso le leggi dello Stato e tenacia per una cultura del bene comune, solo per fare qualche esempio.

Con il nostro convegno annuale, che quest’anno cade con il decennale fondativo dell’Associazione, ci siamo chiesti cosa e come meglio possiamo fare in futuro, riguardo, ad esempio, ai metodi da utilizzare, meno difensivi e più propositivi, non dimenticando le difficoltà e i limiti del nostro impegno, così da affrontare con energia positiva ed ottimismo tutto quanto si muove nella società civile e nella politica.  Non è più tempo di presentare i tratti di una cultura anestetizzata e volta a fare della luce di Dio un lume per la notte, quanto piuttosto ad attraversare, con fede sincera e pura, i travagli del nostro tempo, certi della sua vicinanza, Padre Santo, e della sua benedizione.

Paola Ricci Sindoni

Presidente Nazionale Associazione Scienza & Vita

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