I QUADERNI DI SCIENZA & VITA N° 6
BIOPOLITICA ED ECONOMIA
I temi della biopolitica e quelli dell’economia
– solo apparentemente distanti – si intrecciano in modo ambiguo e problematico nell’attuale scenario politico-sociale globalizzato. Dall’approfondimento di queste tematiche emerge come soltanto le politiche che perseguono fini umanizzanti possono essere in grado di disciplinare la corsa dei biopoteri e dei mercati finanziari, riducendo i rischi dell’assoggettamento sempre più pervasivo dentro la vita umana, sia nel suo progetto individuale che sociale.
Questo Quaderno intende entrare nel vivo di questo dibattito, ricentrandolo sulle esigenze e sul valore universale della persona, al di là di ogni tipo di discriminazione etica e civile.
INTRODUZIONE
di Paola Ricci Sindoni e Paolo Marchionni
Si parla di “biopolitica”, quando il controllo delle condizioni della vita umana diventa un affare politico. Questa semplice, quasi innocua, definizione nasconde in realtà un rivoluzionario cambio di paradigma, sorto con l’avvento del capitalismo, secondo Michel Foucault, che a partire dalla metà degli anni Settanta ha elaborato le strutture del biopotere, quale concetto strategico e vincolante nell’attuale dibattito politico-filosofico.
Il pensiero corre subito, nel nostro attuale contesto italiano, ai temi caldi della
bioetica: …
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LE SFIDE E I COMPITI DELLA BIOPOLITICA
di Sergio Belardinelli
Le sfide della bioetica e quelle della biopolitica hanno riproposto in modo perentorio la questione antropologica. Sempre di più ci rendiamo conto che in bioetica tutto dipende dall’idea che abbiamo dell’uomo e della sua “natura culturale”, diciamo pure dal modo in cui interpretiamo la relazione che sussiste, nell’uomo, tra natura e cultura, natura e libertà, e dalla capacità che abbiamo di conciliare i due termini senza riduzionismi.
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BIOPOLITICA E PERSONA
di Adriano Pessina
Il termine biopolitica è ambiguo: può indicare sia una politica a tutela
della vita, sia una politica sulla vita concepita come puro materiale biologico.
Qual è la differenza tra una biopolitica autoritaria, come quella che già emergeva, secondo il filosofo Karl Popper, dalle pagine della Repubblica di Platone, e che poi ha trovato il suo apice nel biologismo salutista e razziale del nazismo, e una biopolitica liberale, che parla il linguaggio dei diritti dell’individuo, che spesso coincidono però con i diritti e le rivendicazioni del cittadino consumatore?
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BIOPOLITICA, BIOPOTERE E LIBERTA’ DELLA SCIENZA
di Gaia Scacciavillani
«Le scelte sulla ricerca scientifica devono essere basate sui fatti, non sull’ideologia». Il 9 marzo scorso il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha accompagnato con queste parole la decisione di revocare il veto del suo predecessore George W. Bush, sulla destinazione dei fondi pubblici alla ricerca sulle staminali embrionali. Parliamo di fatti, quindi. Un fatto è che, secondo i dati presentati nel corso dello Stem Cell Summit 2009, le stime degli analisti relativamente al mercato USA parlavano, per il 2016, di un giro d’affari generato dai prodotti a base di cellule staminali vicino agli 8,5 miliardi di dollari,
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TRA POLITICA ED ECONOMIA: QUALE LEGAME?
di Lorenzo Ornaghi
Quando le crisi economiche vengono avvertite più acutamente, quando più
forti si rivelano i loro attesi e temuti contraccolpi, quando più intensa diventa l’apprensione per tutto ciò che esse minacciano ulteriormente di produrre colpendo la vita di individui e collettività, l’esperienza della storia ci insegna che quasi inevitabilmente mutano, e in profondità, i rapporti da cui prima della crisi erano tra loro legate economia e politica.
Una crisi economica vasta e durevole può spingere o costringere
la politica a cercare la strada dell’innovazione e dell’adozione di politiche pubbliche nuove.
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VEDI ALLA VOCE: GLOBALIZZAZIONE
di Francesco Bonini
Il concetto di “globale” compare nella seconda metà dell’Ottocento, come uso figurato della parola “globo”. Cento anni più tardi, all’inizi degli anni Sessanta, si parla di “globalizzare”, nel senso di presentare in blocco: globalizzare le rivendicazioni, si diceva in Francia già prima del Sessantotto. Nel frattempo, nello strutturalismo e in pedagogia, si sviluppa il “metodo globale”.
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LA CRISI DELLA FINANZA MONDIALE
di Stefano Zamagni
La crisi finanziaria, iniziata nell’estate 2007 negli Usa e poi diffusasi per contagio nel resto del mondo, ha natura sistemica. Né di crisi congiunturale né di crisi regionale dunque si tratta. Essa è il punto di arrivo, inevitabile, di un processo che da oltre trent’anni ha modificato alla radice il modo di essere e di funzionare della finanza, minando così le basi stesse di quell’ordine sociale liberale che è cifra inequivocabile del modello di civiltà occidentale. Duplice la natura delle cause della crisi: quelle prossime, che dicono delle peculiarità specifiche assunte in tempi recenti dai mercati finanziari,
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ECONOMIA E DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA
di Marco Cangiotti
Il punto d’avvio per una sia pur sintetica delineazione del discorso che la Dottrina sociale della Chiesa svolge in ordine alla sfera dell’economia – intesa non nel senso della disciplina scientifica ma in quello della prassi e della concreta realtà – penso che possa essere bene rappresentato dalle considerazioni enunciate da Benedetto XVI in occasione dell’Incontro con i parroci ed il clero di Roma, lo scorso 26 febbraio 2009. Il Papa ha dunque osservato che “bisogna denunciare questi errori fondamentali …
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CRISI ECONOMICA E GIUSTIZIA GLOBALE
di Isabel Trujillo
Gli ultimi eventi economici e le loro implicazioni sociali impongono un ripensamento dei nostri sistemi economici e anche delle nostre percezioni di giustizia al riguardo. Il mio interesse è rivolto a queste ultime.
È recente la protesta di lavoratori britannici che è andata dietro lo slogan “British Jobs for British Workers” e che ha deluso e sorpreso gli italiani. Non si è colto però adeguatamente il parallelo con una serie numerosa di misure che in Italia esprimono il principio “Lavoro italiano per lavoratori italiani” (salute italiana per gli italiani, sussidi italiani per gli italiani, ecc.).
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LA CRISI MONDIALE E IL RUOLO DELL’ECONOMIA CIVILE
di Leonardo Becchetti
Il riduzionismo nella concezione delle forme d’impresa e della strategia che essa deve perseguire, teoria dominante per decenni, appare oggi fortemente indebolito dopo la crisi globale (e in parallelo il ruolo potenziale dell’economia civile ne esce rafforzato). Il portavoce più noto di questo approccio è Milton Friedman (1962) il quale ritiene che l’unico ruolo dei manager nelle imprese debba essere quello di soddisfare le esigenze degli azionisti.
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