S&V FOCUS | 21 gennaio 2025

L’eutanasia dei minori in Olanda: riflessioni sulla concretezza della legge del piano inclinato e sul principio di umanità

Gli approfondimenti di Scienza & Vita | di Francesca Piergentili

A partire dal 1 febbraio 2024, non solo in Belgio, ma anche in Olanda è consentita l’eutanasia per i bambini di ogni età. La legge olandese del 2002 già prevedeva la possibilità di richiedere la morte procurata per gli adulti che ne avessero fatto richiesta e per i giovani dai 16 ai 18 anni. Tale possibilità era concessa anche ai giovani di età compresa dai 12 ai 16 anni, capaci di esprimere il consenso e con il consenso dei genitori. L’accesso è stato, poi, esteso anche ai neonati, sotto l’anno di età. Il divieto di eutanasia si manteneva, pertanto, solo per la fascia di età 1-12 anni. Nel dibattito che ha preceduto la modifica olandese del 2024, si affermava che tale divieto costituiva una disparità di trattamento e una violazione del principio di uguaglianza.

Oggi, pertanto, è consentita in Olanda l’eutanasia anche per i minori di ogni età. L’intervento di modifica non è avvenuto per legge ma attraverso una revisione dei protocolli già in uso e, in particolare, del Regolamento sull’interruzione tardiva di gravidanza e sul fine vita dei neonati. Nel c.d. protocollo di Groningen, approvato dall’Associazione olandese dei pediatri nel giugno 2005 si indicano, da un punto di vista clinico e deontologico, cinque  criteri alla luce dei quali i medici possano valutare l’ammissibilità di un ricorso alla pratica dell’eutanasia attiva neonatale:  la diagnosi e la prognosi devono essere certe; devono essere presenti sofferenze incurabili e insopportabili, si deve ottenere una seconda opinione di conferma da parte di un medico indipendente; entrambi i genitori devono dare il consenso informato; la procedura deve essere eseguita in ottemperanza agli standard medici.

Un recente articolo dal titolo “The Dutch model for regulating paediatric euthanasia” riconosce che le preoccupazioni legate al fenomeno del pendio scivoloso non sono astratte: proprio il caso olandese dimostra che i criteri di accesso all’eutanasia, inizialmente rigorosi, cambiano nel tempo, “erodendo” le norme e i limiti. Si riconosce, inoltre, che tale illimitata estensione dell’eutanasia compromette lo sviluppo delle cure palliative, anche per motivi economici. I decisori politici e istituzionali possono decidere di non finanziare le cure palliative lì dove è possibile intervenire con l’intervento eutanasico, a costi molto più ridotti.

Il caso olandese è prova del fatto che la legge del piano inclinato non sia poi così astratta ma che sia, invece, una preoccupazione reale che poggia su basi concrete e su dati esperienziali: una volta ammessa la legittimità della morte procurata dell’adulto cosciente che ne faccia richiesta esplicita e documentata, si passi poi ad allargarne l’applicazione ai giovani, agli adolescenti con il consenso dei genitori o dei tutori, e, infine, ai bambini ed ai neonati, senza il loro consenso.

Per giustificare l’eutanasia, si fa sempre più riferimento al principio di autonomia: il paziente vorrebbe, cioè, poter disporre della sua vita e della sua morte. Al momento dell’approvazione della legge olandese, ad esempio, per rassicurare l’opinione pubblica, si faceva esplicito riferimento alla necessaria richiesta del paziente; nei successivi ampliamenti si è arrivati, invece, a prescindere dalla volontà del soggetto (per la sua età), sostituendo la stessa con la volontà dei genitori e con il giudizio del medico.

Una volta ammessa la possibilità di procurare la morte su richiesta, lo scivolamento sul piano inclinato continuerà senza limiti, fino ad includere soggetti ritenuti incapaci di esprimere un valido consenso, come dimostrato in Belgio, in Olanda, in Canada. Tale fenomeno ha alla base la non assolutezza dei valori da tutelare e il relativismo morale. Tale legge del pendio scivoloso vale in ogni ambito della bioetica. 

Si ricordano a tal proposito, con rinnovata attualità, le parole di Mons. Sgreccia, contenute nel documento “L’eutanasia in Olanda: anche per i bambini!”: una volta intaccato il principio dell’indisponibilità della vita umana, il processo di estensione delle pratiche eutanasiche “funziona ineluttabilmente nella sua perversa efficacia”. Quando, poi, “nel piano inclinato non agisce soltanto il dislivello del pendio logico, ma anche l’interesse economico, allora lo scivolamento diventa fatale ed inarrestabile”.

Frutto della mentalità utilitarista che sta progressivamente penetrando nella società occidentale è “il supporto di quell’utilitarismo legato al bilancio e all’assegnazione delle risorse nel campo della medicina definita “impossibile”, proprio perché troppo onerosa per la comunità. Questo utilitarismo, legato al bilancio, considera prevalenti i programmi relativi all’incremento della ricchezza e della produttività o della competitività industriale, rispetto ai doveri del sollievo della sofferenza e al sostegno del malato, sempre più consegnato alla precarietà delle proprie risorse economiche e sempre meno sostenuto dallo Stato”.  Ciò comporta la perdita non solo dell’etica della libertà, ma anche dall’etica della solidarietà, sotto “il dominio della società dei forti e sani e dentro la logica del primato dell’economia”, che dimentica l’umanità.

È oggi necessario ricordare l’invito a “respingere da sé ogni infiltrazione culturale ispirata al cinismo utilitarista o al primato dell’economia sull’uomo, per continuare a proporre modelli legislativi a sostegno dell’uomo e della sua dignità, in una società solidale”.

In tale prospettiva, per i tantissimi pazienti pediatrici che vivono nella malattia inguaribile e nella sofferenza insopportabile, è oggi importante riconoscere il loro bisogno di cura e implementare il finanziamento delle cure palliative pediatriche e la cultura dell’accompagnamento, che rifiuta ogni logica di accanimento terapeutico ma anche ogni pratica di abbandono e di morte.

In Italia gli hospice pediatrici sono presenti in sole 9 Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia), con un numero complessivo di 58 posti letto. Eppure, i minori eleggibili alle cure palliative sono nel nostro paese in costante aumento: oggi sono 34-54 per 100mila abitanti, e 18 minori per 100mila abitanti necessitano di cure palliative pediatriche specialistiche, ovvero circa 11mila bambini.

Di fronte a tale bisogno di cura ancora poco ascoltato, sembra si stia smarrendo il principio di umanità e di solidarietà: la via umana, rispettosa della dignità di ogni uomo, è, infatti, curare il dolore e alleviare la sofferenza del bambino, considerando la mulidimensionalità dei suoi bisogni (anche in base all’età), con un sostengo concreto alla famiglia.  

Per approfondire:

  1. Verhagen E, Lantos J The Dutch model for regulating paediatric euthanasia Archives of Disease in Childhood, 27 November 2024.
  2. Sgreccia, L’eutanasia in Olanda: anche per i bambini! L’Osservatore Romano – Venerdì 3.9.2004

ultimo aggiornamento il 21 Marzo 2025

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