SCIENZA & VITA: PIENO SOSTEGNO ALL’APPELLO DI PAPA FRANCESCO E DEL PRESIDENTE MATTARELLA PER LA DEFINITIVA ABOLIZIONE DELLA PENA DI MORTE NEL MONDO

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“Di fronte ad un mondo che fatica sempre più a regolare la convivenza pacifica delle comunità nazionali, perseguendo il bene comune secondo giustizia, risuona quanto mai opportuno e profetico il recente duplice appello – da parte di Papa Francesco e del Presidente Mattarella – per l’abolizione definitiva della pena di morte a livello mondiale, appello che sentiamo di condividere in pieno e rilanciare”, commenta Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita.

 

“E’ ormai largamente diffusa la consapevolezza tra i popoli che in nessun modo possa essere restituita giustizia per un torto subito – per quanto grave esso sia – mediante la distruzione di una vita umana. Eppure, in alcuni Paesi, purtroppo permane ancora questa deprecabile forma estrema di difesa sociale, che pur mostra, con ogni evidenza statistica, la sua sostanziale inefficacia in termini di prevenzione e deterrenza.
Ma la negatività della pena di morte va ben oltre la sua inutilità. Accettare di continuare ad applicare una simile sanzione, infatti, contribuisce in realtà a diffondere nella popolazione una concezione violenta e brutale del ‘rendere giustizia’ da parte dello Stato, che in questo modo, paradossalmente, sceglie di reagire ai crimini più gravi ed odiosi (e in qualche caso, non solo a quelli) con un simmetrico disprezzo per il rispetto della dignità della vita umana e del diritto alla vita. Mentre, proprio sull’incondizionato riconoscimento e tutela di questi due pilastri dovrebbe poggiare la costruzione di ogni convivenza civile, che sia degna di questo nome.

 

Lo Stato giusto non può mai mettersi sullo stesso piano di chi commette dei crimini, reagendo con gli stessi ‘metodi’. Esso deve invece impegnarsi ad assicurare una giustizia autentica, prevedendo le pur necessarie forme sanzionatorie, purché sempre orientate alla possibilità di ‘recupero’ di chi ha sbagliato e accetta di pagare il suo debito con la società.
Va perciò sottolineata, ancora una volta, l’urgenza di promuovere occasioni di confronto istituzionale e politico a livello internazionale, perché si diffonda sempre più universalmente il convincimento della necessità di abbandonare definitivamente questa ‘arcaica’ e crudele forma di sanzione pubblica”.

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Pubblicato in Comunicati Stampa