2023/33 | 20 dic

Carissimi amici, 

quest'anno, più che mai, nel cuore di tutti noi alberga un profondo e inestinguibile desiderio di pace, mentre gli occhi continuano ad inorridire di fronte alle disumane scene di guerra che dilagano in varie parti del pianeta. Bimbi innocenti soffrono e muoiono, un odio cieco e senza futuro continua ad accecare le menti di alcuni uomini contro altri, mentre le armi continuano a calpestare la dignità umana di tante persone.

Di fronte a questo triste scenario, scegliamo di non rinunciare alla speranza e volgiamo ancora lo sguardo al Bimbo Gesù, Autore e testimone della Vita!

 

Buon Natale a tutti voi e alle vostre famiglie!

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S&V Attività e News

S&V WEBINAR | LA MEDICINA È SOLIDALE

 1° incontro 6 dic | replay qui

 

2° incontro 13 dic | replay qui

“Oggi milioni di persone rinunciano alle cure perché non hanno i soldi per pagarsele”. Lo ha detto Ivan Cavicchi, docente di Sociologia delle organizzazioni sanitarie e Filosofia della medicina all’Università Tor Vergata di Roma, intervenuto ieri sera al secondo webinar “La medicina è solidale”, promosso dall’associazione Scienza&Vita dopo quello del 6 dicembre. “Dal punto di vista del paradigma – ha esordito -, il concetto di solidarietà è implicito nel concetto di necessità”; tuttavia “i problemi del nostro tempo nascono quando la lettura della necessità è filtrata o addirittura deviata dal proceduralismo, dalle linee guida, dai problemi legati all’aziendalizzazione della sanità”.
La medicina della solidarietà, ha sottolineato Cavicchi, “non esisteva all’origine del Ssn. Quando nel 1978 abbiamo chiuso il sistema mutualistico, abbiamo incluso 5 milioni di indigenti nella cura pubblica, ma intorno agli anni’90 è iniziata la discussione sul fatto che i diritti si stavano costituendo, loro malgrado, come ostacolo allo sviluppo economico con la conseguente necessità di contemperare i diritti con le risorse disponibili”. Di qui “la creazione delle aziende, e successivamente l’apertura del capitolo privatizzazione della sanità: una strada – secondo il relatore – che aprirà l’autostrada alla medicina solidale”, conseguenza della trasformazione di un diritto fondamentale alla salute, garantito dall’art 32 della Costituzione, “in un diritto potestativo, dipendente dalle risorse pubbliche”.

Oggi, ha osservato ancora Cavicchi, a causa delle liste di attesa, “spendiamo circa 43 miliardi l’anno di out of pocket, si inizia ad integrare o addirittura sostituire il servizio pubblico definanziato con il servizio privato, nascono sistemi paralleli e gli indigenti vengono spinti ai margini. Oggi milioni di persone rinunciano alle cure perché non hanno i soldi per pagarsele, e la medicina solidale tenta di supplire in modo sussidiario a questa gravissima lacuna”.

Fonte AgenSIR

Interrogarsi sull’orizzonte della solidarietà come “ipotetico cappello più ampio di tutto il settore della sanità” e sulle sue “ricadute pratiche”. Così Alberto Gambino, presidente di Scienza&Vita e prorettore vicario dell’Università europea di Roma, inaugurando ieri sera il secondo dei due webinar promossi dall’associazione sul tema della “medicina solidale” (il precedente si è svolto mercoledì scorso, 6 dicembre) ne ha spiegato gli obiettivi. Nel richiamare la legge 219 del 2017 sul consenso informato, Gambino ha aggiunto: “Mi ha colpito la sottolineatura nella quale si afferma che il medico, nel dialogare con il paziente, sta impiegando un tempo di cura, e la richiesta al medico di mettere in questo dialogo tutta la sua capacità professionale”. “Qui – ha osservato – c’è la vera misura del prendersi cura: una sorta di empatia sanitaria. Se vogliamo inscrivere il comparto medico all’interno di questa solidarietà dovremo recuperare quella dose di umanità”. Per Maurizio Calipari, bioeticista e portavoce di Scienza&Vita, che ha moderato l’incontro, “nel prendersi cura di chi sta male è essenziale capire che cosa accada, quali siano le risposte possibili e le modalità per metterle in atto. Questa sera vogliamo riflettere anche su aspetti profondi, sia della medicina in quanto tale, sia del sistema sanitario nazionale nella prospettiva della solidarietà”. Fonte AgenSIR 

 “L’esperienza del Covid ha costituito uno spartiacque: come sistema abbiamo retto, ma sono emersi scenari e fatiche che sapevamo esistere ma di cui non avevamo colto appieno la portata”. Ha esordito così don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei, nel suo intervento, ieri sera, al secondo dei due webinar promossi dall’associazione Scienza&Vita sul tema della “medicina solidale” (il precedente si è svolto mercoledì scorso, 6 dicembre). Che cosa non è cambiato? “Il bisogno delle persone di sentirsi curate – la sua risposta -. Viviamo la grande frustrazione dei nostri malati che ottengono una prestazione sanitaria, ma non si sentono curati. Tutto il sistema economico della sanità oggi ruota intorno alla prestazione”. Che cosa è invece cambiato? “Sono crollati alcuni presupposti, anzitutto il grande delirio scientista che negava il limite illogico della persona, la sua fragilità. Abbiamo formato professionisti sanitari con l’idea che applicando il protocollo si sarebbe risolto il problema malattia, ma così abbiano smarrito il concetto fondamentale della relazione di cura – ha spiegato Angelelli -. Abbiamo disimparato a creare relazioni di cura. Il passaggio stesso dal termine ‘medico di famiglia’ a ‘medico di medicina generale’ dice questa trasformazione”. Per questo motivo all’Università di Tor Vergata sono stati avviati percorsi accademici sulla medicina delle relazioni. Tre le parole chiave: informazione, comunicazione, empatia. La prima riguarda “quanta verità dire a paziente e famiglia, e come dirla”, ha spiegato il sacerdote che ha alle spalle una lunga esperienza di cappellano ospedaliero. La comunicazione richiede “un linguaggio comprensibile, un setting e un tempo adeguato sulla scorta della legge 219/2017 che richiama il tempo della comunicazione come tempo di cura, ma il sistema non aiuta”. Infine, empatia come “capacità del medico di stabilire una relazione empatica con il paziente, possibile solo se se ne prende cura facendosi carico della sua sofferenza”. Don Angelelli ha quindi rievocato l’origine solidale e solidaristica della medicina, “nata all’interno della Chiesa come cura degli indigenti, attraverso la creazione dei primi ospedali perché potessero curarsi tutti”. Oggi invece, il monito del responsabile della Pastorale della salute Cei, il sistema “si sta involvendo e molti indigenti, teoricamente tutelati dall’art 32, rischiano di rimanervi fuori”. Poi vi sono “gli ‘irraggiunti’, quelli che sono al di fuori del sistema perché non sanno se e come accedervi. Bisogna fare attenzione – ha ammonito Angelelli – perché è ogni intervento sui sistemi sanitari può generare nuove sacche di povertà e di emarginazione”. Dopo avere citato la creazione 20 anni fa a Tor Vergata, da parte della professoressa Lucia Ercoli, del primo ambulatorio solidale su un territorio socialmente disagiato all’interno di un tessuto urbano, il sacerdote ha richiamato le diverse esperienze in questo senso attivate dalla Chiesa sul territorio. “La mia preoccupazione – ha detto – è che questo servizio non viene integrato all’interno del Ssn. Una medicina di prossimità alle fasce più deboli è necessaria ed efficace, ma non può sollevare il Ssn dall’obbligo di occuparsi di tutti, altrimenti diventerebbe vicaria di una realtà che invece deve essere universalistica. La vocazione universalistica del Ssn deve essere confermata, e tutto ciò che facciamo – la conclusione di Angelelli – deve essere integrato in una filiera di servizi in cui ci sia anche la responsabilità dello Stato”. Fonte AgenSIR 

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S&V UER MASTER | Sono aperte le iscrizioni alla seconda edizione del Master Psicologia ed Etica delle Cure Palliative | Iscriviti entro il 31 dicembre per usufruire della promozione ! Scopri di più...

Quando si sente parlare di cure palliative, si pensa unicamente al dolore nella fase terminale. In realtà, anche se non determinano l’inversione della progressione di malattia o il recupero delle condizioni di salute, le cure palliative promuovono il benessere generale del paziente. Il loro scopo è infatti quello di tutelare la sua dignità, sostenendo e migliorando la qualità della vita e le relazioni affettive.

In quest’ottica innovativa, le cure palliative hanno recentemente ampliato il loro raggio di azione, interessando ad esempio le condizioni di vita dei grandi anziani, i portatori di patologie invalidanti o i malati cronici. Coinvolgono inoltre sempre di più le famiglie, dal momento che l’esperienza della malattia non è soltanto individuale, ma anche sociale.

Per rispondere concretamente alla crescente domanda di esperti che possano occuparsi del malato in condizioni di estrema fragilità, l’Università Europea di Roma, in collaborazione con l’Associazione Scienza & Vita, ripropone anche quest’anno – forte della positiva esperienza della passata edizione – il Master in “Psicologia ed etica delle cure palliative”. Il Master, diretto dalla prof.ssa Claudia Navarini, filosofo morale e coordinatrice del Corso di Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche, ha la durata di 1 anno. 

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MAGGIORI INFORMAZIONI QUI

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S&V Focus

di Francesca Piergentili

S&V FOCUS | La cura della persona anziana nella fragilità

In questi giorni è stato pubblicato dall’Istat il documento “Popolazione residente e dinamica demografica” per l’anno 2022. I dati segnalano un ulteriore passo in avanti nel processo di invecchiamento della popolazione. L’invecchiamento è un processo che accomuna tutte le realtà del territorio pur in presenza di una certa variabilità. Continua, infatti, a crescere l’indice di vecchiaia (193,1% nel 2022, l’indice era pari al 148,7% nel 2011). La dinamica demografica continua, così, a essere negativa: al 31 dicembre la popolazione residente è inferiore di circa 33mila unità rispetto all’inizio dell’anno. Il calo della popolazione è frutto di... CONTINUA  A LEGGERE

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Chiesa e bioetica

CEI | La forza della vita ci sorprende | Messaggio per la 46ª Giornata Nazionale per la Vita | 4 febbraio 2024

Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita? (Mc 8,36)

1. Molte, troppe “vite negate”

Sono numerose le circostanze in cui si è incapaci di riconoscere il valore della vita tanto che, per tutta una serie di ragioni, si decide di metterle fine o si tollera che venga messa a repentaglio.
La vita del nemico – soldato, civile, donna, bambino, anziano… – è un ostacolo ai propri obiettivi e può, anzi deve, essere stroncata con la forza delle armi o comunque annichilita con la violenza. La vita del migrante vale poco, per cui si tollera che si perda nei mari o nei deserti o che venga violentata e sfruttata in ogni possibile forma. La vita dei lavoratori è spesso considerata una merce, da “comprare” con paghe insufficienti,... CONTINUA A LEGGERE

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Articoli, contributi,

interviste

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Altri eventi, iniziative, news

L’Associazione Sintotermico Camen e l’International Institute for Restorative Reproductive Medicine, in collaborazione con l’Università di Napoli “Federico II“, organizzano il Corso di formazione per:

Medico competente in Riconoscimento Naturale della Fertilità

Ostetrica competente in Riconoscimento Naturale della Fertilità.

Il corso è rivolto a medici e ostetriche per raggiungere competenze e consentire l’accompagnamento della donna, valorizzandone la capacità di osservazione e di interpretazione dei segni e sintomi del ciclo mestruale, sia nel facilitare il concepimento che nell’evitarlo.

Vuole dare criteri per cercare in modo analitico le cause della sterilità sia maschile che femminile. Vuole proporre terapie specifiche in situazioni patologiche non sostituendo ma riparando l’alterata funzionalità.

La collaborazione tra Associazione Sintotermico Camen, International Institute for Restorative Reproductive Medicine e Università di Napoli “Federico II”, entrambi organizzatori del corso, garantisce al corso un profilo scientifico ed esperienziale in grado di proporre alta qualità scientifica, specifiche competenze esperienziali e collegamenti internazionali capaci di mantenere nel tempo un profilo professionale periodicamente certificato.

Il corso si rivolge a tutti i professionisti sanitari al fine di implementare una rete di consulenza a cui tutti gli insegnanti di Regolazione Naturale della Fertilità possano rivolgersi quando incontrano situazioni nelle quali ci sia un quadro fisiologico alterato. Il corso si svolgerà in videoconferenza a partire dal mese di febbraio 2024, si articola in 45 ore di lezione, 9 ore di laboratori didattici.  

Erogazione di 50 crediti ECM | Rilascio di attestati di partecipazione.
Rilascio di Certificato di “Medico competente in Riconoscimento Naturale della Fertilità” e “Ostetrica competente in Riconoscimento Naturale della Fertilità”.

Scopri QUI il programma del corso.

I temi affrontati saranno i seguenti:

• aggiornamenti di anatomia;
• fisiologia e procreazione umana;
• fondamenti scientifici dei segni e sintomi biologici del ciclo registrati dalla donna;
• il metodo Sintotermico Camen e i diversi metodi naturali;
• analisi di quadri biofisiologici alterati e possibili terapie;
• allattamento al seno, cicli irregolari e perimenopausa;
• l’APP Biofertilità e nuove tecnologie per la fertilità;
• approfondimento diagnostico della sterilità maschile e femminile e protocolli terapeutici;
• approfondimento diagnostico dei diversi fattori dell’infertilità maschile e femminile;
• protocolli terapeutici per una medicina riparativa e non sostitutiva della fertilità naturale;
• laboratori didattici con analisi di schede fisiologiche e patologiche con tutor dei metodi Sintotermico Camen, Billings e Creighton
Direttori del Corso e Responsabili scientifici:  Michele Barbato e Serena Del Zoppo

Info:  Associazione Sintotermico Camen | Via Sant’Achilleo 5, 20133 Milano | www.camen.org | eventi@stcamen.it

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Lungotevere dei Vallati 10 -  00186 Roma
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