Con il nuovo Parere pubblicato a fine luglio, il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) tratta un tema molto delicato e discusso nelle ultime settimane, legato alla vaccinazione anti-covid-19 dei grandi minori e, cioè, dei ragazzi adolescenti ricompresi nella fascia di età 12-17 anni.
Il Comitato parte dal presupposto che, in base ai più recenti studi epidemiologici e scientifici, il vaccino si è dimostrato sicuro ed efficace per tale fascia di età, sebbene non siano mancati rari eventi avversi a breve termine, rapidamente risolti.
Il virus, come noto, contagia generalmente in forma meno grave i più giovani; ciò nonostante, anche gli adolescenti vengono contagiati e a loro volta contagiano. Il vaccino degli adolescenti ha, allora, tre importanti vantaggi: può contribuire “a rallentare la diffusione della pandemia e quindi a migliorare la situazione sanitaria della popolazione”; è, poi, strumento di protezione per gli adolescenti, “considerando i rischi diretti, indiretti e psico-sociali” legati alla pandemia, troppo spesso sottovalutati nei mesi precedenti; fornisce, infine, “una tutela rafforzata” ai familiari e alle comunità frequentate dagli stessi. Con il vaccino e il conseguente green pass, gli adolescenti vaccinati possono, altresì, avere maggiore libertà di movimento e di riunione.... [continua a leggere]