2020/4 | 12 feb

Scienza&Vita: attività e news

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E' in libreria da giovedì 30 gennaio il volume "Diritti o tutela degli animali? Uno sguardo antropologico sull’animalismo"

Il volume si ispira agli interventi e ai temi discussi in occasione del convegno Scienza & Vita, da cui prende il  titolo, svoltosi a Roma il 3 dicembre 2018 su iniziativa della Sen. Paola Binetti, anche curatrice del volume.

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Approfondimenti tematici (a cura di Francesca Piergentili)

... a proposito di cure palliative pediatriche ...

Jankovic et al., A consensus conference report on defining the eligibility criteria for pediatric palliative care in Italy, Italian Journal of Pediatrics (2019) 45:89

La definizione dei criteri di eleggibilità per l’accesso alle cure palliative pediatriche per bambini e adolescenti non è semplice. Attraverso una conferenza di consenso si è tentato di definire i criteri di eleggibilità necessari per identificare i pazienti pediatrici bisognosi di un programma di cure palliative. Il progresso medico e tecnologico ha di fatto ridotto la mortalità neonatale e pediatrica e aumentato la sopravvivenza dei pazienti pediatrici portatori di malattia grave. Proprio l’attenzione  per questi bambini portatori di una malattia inguaribile o di una disabilità grave ha generato la necessità di una nuova tipologia di cure peculiari, integrate, multispecialistiche e inter-istituzionali rivolte al bambino, ma anche alla famiglia. I pazienti pediatrici presentano generalmente casi clinici molto specifici che non consentono l'adozione diretta dei protocolli sulle cure palliative operanti per i pazienti adulti. Necessitano inoltre di cure palliative pediatriche non definibili solamente come cura della terminalità, ma come cura e assistenza precoce all’inguaribilità.

La definizione dell’eleggibilità alle cure palliative pediatriche richiede allora due parametri: il criterio primario è la presenza di una malattia inguaribile. Dal momento che non tutte le malattie inguaribili necessitano però dell’intervento della medicina palliativa, oltre alla diagnosi di inguaribilità, l’altro parametro da riscontrare per l’eleggibilità sarà l’entità dei problemi (clinici, psicologici, sociali, organizzativi, spirituali, etici) del bambino e della famiglia e quindi i bisogni effettivi di cura da questi innescati.

Definire quando un bambino con patologia oncologica, diventa inguaribile è nella maggioranza dei casi molto complesso: al tal proposito il documento individua alcune situazioni nelle quali è possibile attivare una presa in carico precoce da parte dei servizi di cure palliative pediatriche specialistiche (v. i dati riportati nella Tabella I, ed in particolare: nel caso di malattia resistente al trattamento, o di malattia in progressione, con nuove metastasi, ovvero nel caso di malattia recidivata dopo la remissione). Il 75 % dei bambini eleggibili alle cure palliative hanno patologie non oncologiche. Per alcuni di questi bambini la diagnosi d’inguaribilità è insita nella patologia stessa: è il caso delle malattie life-limiting,  patologie per cui la terminalità è certa e precoce (ad es. il caso di malattie genetiche rare). Per altri pazienti però la situazione non è così chiara: soffrono infatti di patologie life-threatening: per le quali il trattamento curativo è possibile ma esso potrebbe anche fallire. In queste situazioni è da considerare la diagnosi di “probabile inguaribilità” individuando già dal momento della diagnosi, i bisogni di cure palliative pediatriche nei diversi livelli di cura. Ci sono poi i casi dei pazienti pediatrici che presentano quadri di patologia complessa, spesso evolutivi, in assenza di una diagnosi specifica: in questo caso  è importante considerare la diagnosi di “probabile inguaribilità” in caso di sintomi di insufficienza d’organo irreversibile, in caso di sintomi ingravescenti non rispondenti alle terapie, riacutizzazioni e complicazioni frequenti.

Per quanto riguarda il secondo criterio, e dunque l’entità dei “problemi” del neonato/bambino/adolescente e della famiglia, l’analisi deve essere effettuata tenendo presente la situazione globale del bambino e dei genitori, e deve essere valutata da una équipe multidisciplinare che con competenze differenti possa mettere in luce sia i problemi attuali,  quelli prevedibili ma anche quelli taciuti.

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Federazione Italiana delle Associazioni e Società Scientifiche dell’Area Pediatrica, Libro bianco dell'assistenza pediatrica (2019)

- Il Libro Bianco della Federazione delle Società Scientifiche e delle Associazioni dell'Area Pediatrica (FIARPED) sull’assistenza pediatrica in Italia, presentato a Roma il 17 dicembre 2019, racchiude i contributi delle diverse associazioni rappresentanti ciascuna area specialistica della Pediatria ed mette luce i punti critici che impattano sulla tutela della salute dei bambini e degli adolescenti nella nostra società, a partire dall’ “evento nascita”. Lo scopo del documento è quello di dare voce unitaria a tutti i soggetti che si muovono attorno al mondo del bambino e alla sua salute per garantire al bambino un’assistenza e una legislazione che tengano maggiormente conto dei suoi bisogni e dei suoi diritti.

Il nostro Paese vanta tassi di mortalità neonatale tra i migliori al mondo, ciò nonostante  “permangono importanti differenze territoriali, con le Regioni del Mezzogiorno che presentano tassi di mortalità neonatale superiori del 40% rispetto alle Regioni del Nord, percentuale che arriva al 70% tra i figli di genitori migranti”. Nel documento è messo in luce il progressivo calo di nascite e il numero invece crescente di famiglie che vivono in Italia sotto la soglia di povertà.

Gli ostacoli generali per l’assistenza pediatrica sono suddivisi in macro-aree: la gestione del paziente pediatrico in generale, la gestione del paziente cronico e la relativa transizione dal pediatra al medico dell’adulto. Tra i punti problematici generali da risolvere rientrano la necessità di dare “una chiara definizione dell’età pediatrica” e le “difficoltà legate alla riduzione del numero annuale di nuovi specialisti pediatri formati in rapporto al fabbisogno, con conseguente mancato ricambio generazionale sia in ospedale che sul territorio”. Tra le altre criticità di carattere generale sono indicate: il dilagare del sovrappeso e dell’obesità in età pediatrica; l’emergere di nuove forme di maltrattamento e abuso; l’esposizione all’inquinamento ambientale; la sicurezza degli ambienti; gli incidenti stradali e l’esposizione a contenuti dannosi tramite i media e soprattutto il web.

Il documento affronta poi le problematiche specifiche dei diversi settori della Pediatria. Nell’oncologia pediatrica, si rileva che “il numero sempre maggiore di sottotipi istologici e la caratterizzazione biologico-molecolare delle patologie ha reso la diagnosi dei tumori pediatrici sempre più complessa richiedendo expertise e risorse tecnologiche strutturali che non sono disponibili in tutti i centri". Inoltre, in Italia si registra ancora una difficoltà per l’accesso alle terapie innovative, con meno del 10% dei pazienti pediatrici che hanno effettivo accesso ai nuovi farmaci. Nell’ambito dell’emergenza-urgenza, viene segnalata invece “la mancata attuazione di percorsi clinici specifici ed adeguati per i pazienti pediatrici e neonatali sia nel campo peri operatorio, che di terapia intensiva e dell’urgenza”. In particolare, in alcune regioni non è disponibile il Pronto Soccorso pediatrico, mentre in molte altre si segnala la mancata disponibilità di molte strutture a sottoporre ad anestesia generale pazienti al di sotto dell’età scolare. Per quanto concerne la neuropsichiatria infantile, dal documento emerge come “i disturbi neuropsichici dell’età evolutiva… siano molto frequenti, coinvolgendo fino al 20% della popolazione tra 0 e 17 anni”.

In relazione alle cure palliative pediatriche, nel Libro bianco sono messi in evidenza i ritardi nell’attuazione della legge n. 38 del 2010: come emerge anche dal Rapporto al Parlamento redatto dal Ministero della Salute e relativo allo stato di attuazione della normativa, “a nove anni di distanza dalla legge solo tre Regioni (Basilicata, Liguria, Veneto) e le due Province Autonome di Trento e Bolzano e la Provincia di Pordenone hanno una effettiva assistenza domiciliare pediatrica specialistica per le cure palliative”. Solamente tre sono invece gli hospice pediatrici oggi attivi sul territorio nazionale (quello della regione Veneto, della regione Basilicata e della regione Piemonte) “mentre sei sono in fase di costruzione/attivazione in Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Lazio e Toscana”.  Alcune Regioni (Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Marche e Molise) “non hanno una reale ed attiva organizzazione per le cure palliative e la terapia del dolore in età pediatrica”. In altre Regioni la rete è stata strutturata secondo la normativa, ma essa risulta parziale, senza garanzia di continuità e prevalentemente centrata sull’assistenza ospedaliera.

Permane poi la carenza di offerta formativa in cure palliative pediatriche sia durante il percorso curriculare delle diverse professioni sanitarie che nei percorsi postlaurea.

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Lisa M. Verberne et al.,  Parental experiences and coping strategies when caring for a child receiving paediatric palliative care: a qualitative study, European Journal of Pediatrics July 2019, Volume 178, Issue 7, pp 1075–1085

L’articolo pubblicato sull’European Journal of Pediatrics tratta di un tema molto delicato, spesso trascurato, e cioè l’assistenza dei genitori nella cura di un figlio che riceve cure palliative pediatriche: un bambino, pertanto, affetto da una patologia life-limiting o da una patologia life-threatening. Nello studio sono state condotte interviste a 42 genitori di 24 bambini che ricevono cure palliative (principalmente domiciliari).

Dall’articolo emergono tutte le difficoltà che si trovano a vivere i genitori del paziente pediatrico: la stanchezza, lo stress emotivo e fisico, la consapevolezza della sofferenza del figlio e della possibilità della morte dello stesso. I genitori cercano di fornire la migliore assistenza e cura, mentre allo stesso tempo elaborano la loro situazione di difficoltà.
Per fornire vera assistenza (anche psicologica e spirituale) alle famiglie che si prendono cura del bambino bisognoso di cure palliative pediatriche è necessario che i professionisti che operano nel settore siano in grado di comprendere le difficoltà, le ansie e le paure dei genitori, ma anche il rapporto tra i genitori e quello tra genitore e figlio.
In Italia la legge n. 38 del 2010 ha tra i suoi principi fondamentali quello di sostenere la famiglia del malato: questo principio è ancora più importante quando ad essere bisognoso di cure è il bambino e il caregiver è il genitore.

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Chiesa e bioetica

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Articoli, contributi, interviste

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«Fare di tutto contro la denatalità»

12 feb | G. Santamaria - Avvenire

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Suore a lezione di gender

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6 feb | Avvenire

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Altri eventi, segnalazioni, news

11 feb 2020, AMCI : Comunicato della presidenza nazionale su pronunciamento Fnomceo

 

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