Il Centro Nazionale Trapianti (CNT), per la giornata sulla donazione ha reso noti i numeri dei pazienti in attesa di trapianto, con la speranza di guarigione: sono “esattamente 8.291 i pazienti iscritti nelle liste d’attesa del Sistema informativo trapianti”. Di essi 6.132 aspetta la donazione e il trapianto di un rene (circa il 75%), 1.076 di un fegato, 670 di un nuovo cuore. Il trapianto multiorgano è, invece atteso da 164 pazienti, contemporaneamente iscritti in più liste.
Anche durante la pandemia le altre malattie, diverse dal Covid-19, continuano ad esistere, soprattutto le gravi insufficienze d’organo. Ciò nonostante, in tutta Europa si è registrato un significativo calo delle donazioni e dei trapianti. In particolare, Spagna e Francia hanno registrato il saldo peggiore, con una flessione quasi doppia rispetto a quella italiana: le donazioni sono scese del 20.5% in Spagna e del 21.7% in Francia; gli interventi sono diminuiti, rispettivamente, del 18.8% e del 25.1%.
L’emergenza sanitaria ha certamente reso più complicato il lavoro delle terapie intensive, riducendo i prelievi di organi e anche i trapianti, ma non per questo i pazienti bisognosi di trapianto devono perdere la speranza della guarigione offerta dall’intervento di trapianto, che è spesso un intervento salvavita.
È, allora, in questo momento di difficoltà ancora più importante informare e sensibilizzare sul tema del trapianto, anche per offrire strumenti per l’espressione del consenso alla donazione.
In Italia delle quasi 9 milioni e mezzo di dichiarazioni di volontà registrate nel Sistema informativo trapianti (SIT), 7 milioni registrano una volontà positiva alla donazione, mentre 2 milioni e mezzo sono manifestazioni di volontà negativa: le opposizioni sono molto alte, il 33 % delle dichiarazioni rese nei primi 3 mesi dell’anno.
Per incrementare il numero delle donazioni di organi, il Ministero della Salute e il CNT hanno promosso la campagna “Donare è una scelta naturale”, in occasione della Giornata nazionale della donazione di organi e tessuti, celebrata domenica 11 aprile. Il messaggio al centro della campagna informativa è che la donazione “non costa nulla dato che avviene dopo la morte, e che può salvare la vita fino a sette persone bisognose di un trapianto e restituire a molte altre una migliore qualità di vita con la donazione dei tessuti”.
Fondamentale per incentivare la scelta alla donazione appare essere una completa e capillare informazione sul tema dei trapianti. Per quanto riguarda la donazione da cadavere si ricorda l’importanza dell’accertamento della morte come requisito oggettivo presupposto al prelievo.
Nonostante il calo del numero dei trapianti effettuati nel 2020, il CNT ha raggiunto un importante successo che apre a nuove possibilità per la riduzione del numero dei pazienti in lista d’attesa. In questi mesi è stato, infatti, effettuato il primo trapianto da crossover internazionale dopo la pandemia: un doppio trapianto di rene da vivente incrociato tra una coppia donatore-ricevente italiana e una spagnola.
Il trapianto crossover è effettuato nel caso di incompatibilità tra paziente bisognoso di trapianto e possibile donatore: in tal caso è preclusa la procedura standard di trapianto da donatore vivente. In presenza di (almeno) un’altra coppia formata da un possibile donatore e da un ricevente (tra loro incompatibili), i membri della coppia vengono “incrociati” e abbinati, se tra loro compatibili, per effettuare le operazioni di trapianto. Nel caso specifico, dopo il prelievo dei reni a due donne, avvenuto quasi simultaneamente, l’organo spagnolo è arrivato in Italia con un volo sanitario e affidato agli operatori del Centro regionale trapianti del Lazio che hanno a loro volta consegnato ai colleghi iberici il rene italiano. I due organi sono poi stati trapiantati nei riceventi, rispettivamente il figlio della donatrice spagnola e il marito di quella italiana. Tutti gli interventi sono perfettamente riusciti.
La catena incrociata di donazione e trapianto, in questo caso, è stata realizzata nell’ambito della South Alliance for Transplant (SAT), un accordo internazionale che vede coinvolti Italia, Spagna, Francia e Portogallo per Programmi comuni di cooperazione per incrementare le risposte ai pazienti in attesa di ricevere un trapianto. Questo tipo di trapianto è, tuttavia, ancora molto raro: quello effettuato è il terzo realizzato tramite l’accordo internazionale.
Mentre in Parlamento è stata presentata una nuova proposta di legge in tema di maternità surrogata, che vorrebbe rendere legale in Italia la forma “altruistica” di “gestazione per altri”, che consente, nella sostanza, la “donazione” del bambino ad altri per “solidarietà” (attraverso una precedente pattuizione e con un indennizzo per la gestante), con tutte le problematiche intrinseche a tale pratica - in relazione alla dignità della donna, alla reificazione del bambino, all’applicazione di logiche di mercato al corpo umano e alla frammentazione della filiazione - le concrete possibilità di guarigione offerte dai trapianti e i tantissimi pazienti in attesa spingono a interrogarsi sulla vera natura del dono di una parte del corpo umano (e non di un altro essere umano!).
Come ricorda il CNB nel suo ultimo parere in tema di trapianto di organi del 2018 «il termine “dono” è, infatti, utilizzato per sottolineare l’assoluta libertà e spontaneità dell’azione, il valore di solidarietà, la non commerciabilità dell’atto… Il dono degli organi si distingue da ogni altra donazione infatti è un dono personalissimo, poiché si mette a disposizione una parte del proprio corpo … è un dono il cui fine è particolarmente rilevante: il prolungamento della vita».