2020/12 | 30 set

Scienza&Vita: attività e news

CUSTODIRE LA MEMORIA

SCIENZA & VITA AL TEMPO DEL COVID 19

Un libro per non dimenticare. Una raccolta di storie, riflessioni, immagini per custodire la memoria guardando al futuro.

 

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ON LINE S&V FAD ECM | CORONAVIRUS. PROBLEMI ETICI NELLA GESTIONE DI UN’EPIDEMIA. QUANDO LE RISORSE SONO LIMITATE, CHI CURARE? FORMAZIONE CONTINUA A DISTANZA IN MEDICINA CON CREDITI ECM

Di fronte all’emergenza da Coronavirus, tra le sue varie iniziative, Scienza & Vita ha realizzato il corso “CORONAVIRUS. PROBLEMI ETICI  NELLA GESTIONE DI UN’EPIDEMIA. QUANDO LE RISORSE  SONO LIMITATE, CHI CURARE?” disponibile gratuitamente sul questo sito e sul canale youtube dell’associazione.

Il corso della durata di 5 ore è destinato a tutti gli operatori sanitari che vogliano attraverso la lente della bioetica capire come modulare meglio il proprio intervento medico e/o di assistenza sanitaria. Un corso fruibile a distanza (FAD) che consente di acquisire 5 crediti ECM (provider www.lacrisalide.it).

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Approfondimenti tematici (a cura di Francesca Piergentili)

La cura dell’anziano fragile oltre il covid-19 e l’isolamento

La popolazione anziana è stata, sotto vari aspetti, quella più colpita dalla pandemia causata dal Covid-19. Il virus nell’anziano si è manifestato, infatti, con sintomi più gravi rispetto alla popolazione più giovane e anche il tasso di letalità è stato più alto tra gli ultraottantenni.

In Italia 8,4 milioni di persone ultra 65enni convivono, poi, con una patologia cronica: pazienti “doppiamente fragili” in ragione dell’età e delle patologie pregresse (v. Min. Salute, Covid-19 Anziani e persone fragili, luglio 2020).

Non solo il virus ha messo in pericolo la loro vita; anche “l’isolamento forzato” ha causato solitudine e sofferenza. Sono state pubblicati, infatti, già studi e ricerche che evidenziano l’aumento di stato di depressione e di disturbi del comportamento a seguito del lockdown, soprattutto negli anziani affetti da demenza. Anche le famiglie e i caregiver hanno subito un forte stress, rimasti soli nella preziosa attività di assistenza all’anziano. Il pericolo per il malato è quello di sentirsi di peso per chi gli è vicino e, allo stesso tempo, abbandonato.

Nella fase post-pandemica è necessario ripristinare le attività “tradizionali” di assistenza sanitaria per la popolazione anziana, garantendo la ripresa dei percorsi di cura rinviati nella fase emergenziale della pandemia. I pazienti più vulnerabili, anziani e cronici, dovrebbero poi mantenere un comportamento prudente per ridurre il rischio di contagio. Ma è, altresì, fondamentale ripensare nuove strade di intervento per riscoprire, in tutte le sue dimensioni, anche psicologiche e spirituali, la cura per l’anziano fragile.

Come si legge nella lettera Samaritanus bonus, “l’esperienza della cura medica muove da quella condizione umana, segnata dalla finitezza e dal limite, che è la vulnerabilità…Tale vulnerabilità dà fondamento all’etica del prendersi cura, in particolar modo nell’ambito della medicina, intesa come sollecitudine, premura, compartecipazione e responsabilità verso le donne e gli uomini che ci sono affidati perché bisognosi di assistenza fisica e spirituale”. Nella complessità degli odierni sistemi sanitari, invece, la relazione tra medico e paziente è sempre più spesso svilita e ricondotta ad un mero rapporto contrattuale, che dimentica l’aspetto comunicativo-relazione della cura e lascia nella solitudine l’anziano.

È, allora, indispensabile per il sistema sanitario l’attività di prevenzione e di contrasto alla diffusione del Covid-19, soprattutto nella popolazione anziana e più a rischio, ma non va, allo stesso tempo, dimenticato il bisogno di cura “globale” del paziente anziano e fragile, spesso multipatologico, che non può essere lasciato “in isolamento” anche nella sua solitudine. 

Per approfondimenti sul tema:

-        “Behavioral and Psychological Effects of Coronavirus Disease-19 Quarantine in Patients With Dementia” (09/09/2020)

Il Gruppo di lavoro sul Covid-19 della Società Italiana di Neurologia per le demenze  ha condotto uno studio, coinvolgendo 87 Centri specializzati in tutta Italia, sugli effetti dell’isolamento indotto dal lockdown: oltre il 60% di chi soffre di demenza ha presentato un aumento dei disturbi del comportamento, mentre oltre il 65% dei caregiver ha avuto sintomi evidenti di stress. La riduzione di stimoli emotivi, sociali e fisici, hanno comportato l’incremento di disturbi neuropsichiatrici tra le persone più a rischio quali gli anziani con deterioramento cognitivo. Sarà necessario un piano post-pandemia per questi nuovi bisogni di cura della popolazione più anziana. https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyt.2020.578015/full

 

-        “Covid-19: è il solo problema della medicina di oggi?”

L’articolo, scritto da M. Trabucchi e pubblicato sulla rivista quadrimestrale Psicogeriatria, si interroga sugli effetti del lockdown sui pazienti anziani affetti da demenza. L’isolamento, che ha ridotto anche l’attività dei servizi sanitari, si è reso necessario per la drammaticità della situazione causata dalla pandemia. Molte ricerche stanno oggi affrontando il tema della crisi delle persone affette da demenza durante il Covid-19. È importante, infatti, “analizzare quanto la condizione di grave malattia dell’individuo e le difficoltà della sua famiglia incidono sulla possibilità concreta di curare chi è stato colpito dal virus”. L’invito è quello di non considerare unicamente “la monocultura del covid”, ma di ridare la giusta attenzione - culturale, clinica e di ricerca - anche ad altre malattie (sia infettive, sia acute di varia origine, sia croniche) per rispondere adeguatamente ai bisogni e alla situazione multipatologica dell’anziano. È, infatti, “compito irrinunciabile della medicina” - come si legge nell’articolo - “quello di creare ponti tra le solitudini, compito che non può essere relegato, rispetto all’ importanza per la salute, tra i comportamenti marginali”.

https://www.psicogeriatria.it/usr_files/pubblicazioni/riviste/psicogeriatria-n2-2020.pdf

 

-        “Covid-19 - Anziani e persone fragili” (Ministero della Salute, 22/07/2020)

Il Ministero della Salute dà indicazioni per gli anziani e per i fragili contro il rischio di contagio: “Sono proprio loro, i pazienti doppiamente fragili per età e per patologie pregresse, che, soprattutto in questa fase di riaperture e graduale ritorno alla normalità, dovranno stare ancora più attenti di altri”. 

http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioContenutiNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=5416&area=nuovoCoronavirus&menu=vuoto

 

-        “BGS responds to Adult Social Care Winter Plan” (23/09/2020)

L’articolo, pubblicato dalla British Geriatrics Society, affronta il tema dell’assistenza degli anziani e del supporto da dare alle case di cura in previsione di un aumento dei contagi da Covid-19 in Inghilterra.  Sarà necessario, per la sicurezza, garantire adeguati dispositivi di protezione personale e una formazione specifica al personale sanitario, ma anche test e una promozione del vaccino antinfluenzale agli operatori sanitari. https://www.bgs.org.uk/policy-and-media/bgs-responds-to-adult-social-care-winter-plan

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Chiesa e bioetica

Congregazione per la Dottrina della FedeLettera “Samaritanus bonus” della  sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita (22/09/2020)

 

Testo documento

 

Conferenza stampa presentazione Lettera

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Articoli, contributi, interviste

No, l'utero in affitto non è una pratica del «dono»

25 set | P. Ricci Sindoni - Avvenire

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Altri eventi, segnalazioni, news

20 ott 2020, Centro di Ricerca e Studi sulla Salute Procreativa - UCSC, Roma: Webinar sul tema "Sempre più tardi, sempre meno: la sfida della natalità in Italia" - ore 14:30

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