C. BELLIENI | PROBLEMI ETICI. LA BILANCIA TRA DIRITTI IN TEMPO DI CORONAVIRUS | S&V ECM FAD | parte 1 e 2

Di fronte all’emergenza da Coronavirus, tra le sue varie iniziative, Scienza & Vita ha realizzato questo corso, della durata di 5 ore, destinato a tutti gli operatori sanitari che vogliano attraverso la lente della bioetica capire come modulare meglio il proprio intervento medico e/o di assistenza sanitaria. Un corso fruibile a distanza (FAD) che consente di acquisire 5 crediti ECM (provider www.lacrisalide.it ).

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In questa prima lezione, il Prof. Carlo Bellieni (pediatra, Ospedale Universitario di Siena e Vice presidente di Scienza & vita), fornisce un quadro del bilanciamento tra benefici e danni delle restrizioni al movimento, soffermandosi sul profilo etico di come e se si debba preferire un numero di problemi sociali e sanitari ad un numero di probabili decessi indotti dalla pandemia. Il primo problema etico sollevato nell’epoca del coronavirus è quello dell’allocazione delle risorse: in caso di carenza di risorse (ventilatori, mascherine, vaccini) a chi verranno date? Si sceglierà su base del gruppo di appartenenza (anziani, disabili, bambini ecc.) o sulla base della prognosi indipendentemente dal gruppo di appartenenza? Per questo è importante che vengano insegnati i criteri bioetici di base, spiegando che è bene che ognuno sappia che esiste una “strada” per districarsi in dilemmi come quelli ora esposti: non c’è una sola strada, ne esistono molteplici ed è importante conoscerle e scegliere quale di queste è più corrispondente alle proprie esperienze, aspirazioni e ideali.

Si deve poi considerare come la pandemia abbia obbligato a rivedere il concetto di “medico” e “sanità”. Siamo passati dalla colpevolizzazione dei medici esacerbando il concetto di malasanità alla santificazione della figura di medico-eroe. Ma esiste un giusto mezzo tra i due estremi? Esiste la possibilità di una medicina integrale, di una medicina olistica, invece che una medicina contrattualistica? E cosa pensare dell’abbondare di esperti medici d’oggi, cui la politica e la morale sembrano affidarsi rinunciando al loro campo specifico decisionale.

Terzo, va considerato che i rischi della pandemia oggi sembrano essere solo quelli che riguardano la mortalità o l’economia, entrambi devastanti e gravi; ma nessuno considera che un rischio altrettanto grande è quello per la salute. Quanto risente la salute fisica e mentale in particolare delle persone fragili dalla quarantena? Sentire sempre parlare di morte fa bene? E la diminuzione o taglio dell’assistenza domiciliare per i rischi di contagio ai malati cronici è forse tollerabile?

Dunque, alla luce di tali considerazioni, va rivisto profondamente il cuore della società in cui viviamo, che appare dai punti succitati come la società dei protocolli o la società dei funzionari, in cui ognuno – in questo caso il medico, il malato – sono ridotti e ridimensionati alla funzione che esercitano.

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