Europa Religioni Laicità Dieci interviste

“L’Europa è chiamata a praticare una nuova laicità”. Lo sostiene il Patriarca di Venezia, Angelo Scola, nella prefazione all’ultima fatica di Pierangelo Giovanetti, direttore del quotidiano trentino “L’Adige”. Già inviato speciale di “Avvenire”, Giovanetti raccoglie in un bel volume edito da “Ancora”, dal titolo “Europa Religioni Laicità”, dieci interviste pubblicate dal quotidiano dei cattolici italiani. L’autore dà voce a dieci indiscussi protagonisti del dibattito culturale europeo che si lasciano intervistare sul ruolo delle religioni nel rapporto con la laicità, così come si viene sviluppando nel Vecchio Continente.
Non è una carrellata questo volume. Piuttosto è un termometro che segnala lo stato di salute della laicità in Europa, sotto la spinta tanto della modernità quanto della globalizzazione, del sentire religioso come della laicità, dell’individualismo e del comunitarismo. Insomma, è una bella avventura intellettuale, in cui prendono la parola, in prima persona, il teorico britannico della “modernità liquida” Zygmunt Bauman e il teologo francese Olivier Clément, lo storico polacco Bronislaw Geremek e il suo collega francese Emmanuel Le Roy Ladurie, il sociologo spagnolo José Casanova e il filosofo polacco Leszek Kolakowski, il filosofo della politica e canadese Charles Taylor e il collega tedesco Robert Spaemann, il professore tedesco di Teoria della religione e della cultura Hans Maier e lo storico e filosofo polacco-francese Krzysztof Pomian.
Dieci personaggi dallo straordinario spessore intellettuale che restituiscono l’immagine di un’Europa tutt’altro che vecchia, nella sua capacità di ripensare il proprio futuro. Una riflessione, la loro, che mette in luce la fatica delle istituzioni europee nello stare al passo con le migliori intelligenze del Continente. Ed in particolare segnala il ritardo accumulato, nell’arena europea, sul tema della laicità in rapporto al ruolo pubblico che le religioni già svolgono in tutto l’Occidente. E’ come se il “vivente” non riuscisse, con la propria forza, a trovare adeguata rappresentazione e ad entrare nelle stanze della rappresentanza. Un bel problema per un Continente che non voglia rassegnarsi ad un ruolo ancillare rispetto alle nuove potenze che prepotentemente si affacciano sulla scena internazionale.
E qui vale il richiamo del Patriarca di Venezia: “L’Europa è chiamata a praticare una nuova laicità: uno spazio nel quale tutti apportino la propria idea di vita buona come proposta alla libertà altrui e, nel dinamismo del dialogo tra tutti i soggetti in campo, nella reciproca narrazione della propria soggettività a un tempo personale e sociale, il popolo possa arrivare a decidere la via migliore da intraprendere”.
“E’ la democrazia, bellezza. O la bellezza della democrazia”. Verrebbe da chiosare in uno slancio di partecipazione. Di sicuro, l’impianto di questo lavoro di Giovanetti che scommette sulla “laicità aperta” può aiutare tutti noi impegnati sul fronte antropologico. Perché l’orizzonte che si staglia in queste pagine è esattamente lo sfondo sul quale si vanno ad inserire le nuove sfide poste dalla questione antropologica, in Europa come in Italia. Dunque, una buona palestra per riflettere, maturare decisioni e agire.

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