BAMBINI TRANSGENDER | 50 INTELLETTUALI FRANCESI “GRAVE DERIVA NON POSSIAMO PIU’ TACERE” | HUFFPOST Di Adalgisa Marrocco 23.09.2021

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Un gruppo di medici, psichiatri, giuristi, magistrati e filosofi sull’Express: “Furto dell’infanzia e mercificazione del corpo”

Affermano di non poter “più tacere” su quella che considerano “una grave deriva in nome dell’emancipazione del ‘bambino transgender’ (che dichiara di non essere nato nel ‘corpo giusto’)”. Si tratta di 50 intellettuali francesi che, in un appello sulle pagine del settimanale politico Express, definiscono “radicali” i discorsi sull’autodeterminazione che ritengono “legittimo l’aumento delle richieste di cambio di sesso, in particolare tra gli adolescenti”.

Tra i firmatari ci sono medici, filosofi, psicologi infantili, antropologi, giuristi, magistrati, che non usano mezzi termini parlando di “furto dell’infanzia” e “mercificazione del corpo”. Tutti si dichiarano convinti del fatto che le richieste di cambiamento di sesso in giovanissima età si basino “sulla semplice percezione, presentata come verità […] al costo di un trattamento medico o addirittura chirurgico permanente (rimozione di seni o testicoli) sul corpo di bambini o adolescenti”.

Nell’appello, il gruppo di intellettuali cita poi la decisione del governo scozzese, che nelle scorse settimane ha introdotto nuove linee-guida per l’inclusione, al fine di rendere più sensibile l’ambiente scolastico verso i bambini con disforia di genere e stabilendo che “dai quattro anni si può cambiare sesso e genere a scuola senza il consenso di madre e padre”. Detto altrimenti: se un allievo manifesterà il desiderio di cambiare sesso o di mantenere neutralità di genere senza comunicarlo alla famiglia, nessuno all’interno della scuola sarà tenuto a comunicarlo ai genitori del diretto interessato. La divulgazione di tali informazioni personali, afferma il documento, potrebbe causare “stress inutile” al bambino o “metterlo a rischio”.

Ciò che sta accadendo in Scozia “potrebbe accadere molto presto anche in Francia”, sostengono gli intellettuali segnalando l’aumento delle richieste di cambio di sesso tra i bambini e in particolare tra le ragazze adolescenti negli ultimi anni. “Secondo Jean Chambry , psichiatra infantile responsabile del CIAPA (Center Intersectoriel d’Accueil pour Adolescent di Parigi), quasi dieci anni fa si registravano una decina di richieste all’anno, nel 2020 le richieste sono dieci al mese (solo per l’Ile -de-France). Si parla di una preoccupante accelerazione delle risposte mediche a queste richieste di transizione”, scrivono. I 50 firmatari si dichiarano convinti del fatto che “persuadendo questi bambini del fatto che gli è stato ’assegnato” un sesso alla nascita, e che possono cambiarlo liberamente, li rendiamo pazienti a vita: consumatori di prodotti chimici ormonali, consumatori all’inseguimento della chimera di un corpo fantasticato”.

L’appello francese arriva negli stessi giorni in cui, da oltremanica, giunge notizia della sentenza della Corte d’appello Uk che ha ribaltato il giudizio nel caso di Keira Bell, giovane di Manchester che aveva intrapreso il percorso di transizione a 16 anni e che oggi, ormai 24enne, si dichiara pentita della scelta che l’ha portata a cambiamenti irreversibili come una doppia mastectomia per rimuovere il seno. Così Keira ha portato in giudizio la Tavistock and Portman NHS Trust, clinica specializzata in percorsi di transizione della sanità pubblica inglese, sostenendo che i medici avevano acconsentito troppo presto al suo desiderio di cambio di genere, quando era ancora minorenne, “senza l’approvazione di un giudice”.

Nel dicembre 2020, l’Alta Corte britannica ha dato ragione a Bell affermando che ”è altamente improbabile” che un adolescente possa comprendere in maniera “appropriata” gli effetti a medio e lungo termine del cambio di genere e fornire a chi lo prende in cura per la transizione da un sesso all’altro un adeguato “consenso informato”. L’Alta Corte ha anche precisato di non essere intenzionata a entrare nel merito di “vantaggi o svantaggi” dei trattamenti, sottolineando però che essendo terapie “innovative e sperimentali” va presa in considerazione la possibilità di somministrarle previa “autorizzazione del tribunale”. Il nuovo pronunciamento della Corte di appello, invece, afferma se un minorenne vuole intraprendere un percorso di transizione la valutazione spetta ai medici e non ai giudici. Il caso continuerà alla Corte Suprema, dove Keira Bell presenterà ricorso.

Negli scorsi mesi, la stessa clinica è finita al centro delle cronache per le rivelazioni dello psichiatra David Bell. Già presidente della British Psychoanalityc Society, lo specialista è stato dirigente presso la Tavistock Clinic di Londra per ventiquattro anni e nel 2018 si è occupato di stilare un rapporto interno in cui si riportavano le preoccupazioni di molti medici della clinica per il modo in cui il Gender Identity Development Service trattava i giovani affetti da disforia di genere. Un rapporto che è costato a Bell un’azione disciplinare a cui hanno fatto seguito le sue dimissioni.

Al di là di questi casi, va ricordato che nel mondo sono tanti gli adolescenti che si trovano ad affrontare un percorso di affermazione e vengono assistiti da serie équipe mediche multidisciplinari che, prima di prendere qualsiasi decisione rispetto a qualsiasi step di un percorso di affermazione di genere, coinvolgono gli adolescenti in colloqui psicologici dove si approfondiscono con attenzione le conoscenze rispetto a ogni passo, così come le aspettative e il supporto familiare. Questo approccio, in casi di incertezza, dubbi e preoccupazioni, consente ai ragazzi di avere tutto il tempo necessario per riflettere.

Le stesse linee guida internazionali prevedono che gli interventi medici procedano per fasi graduali, ognuna della quali deve essere accompagnata da un’attenta e approfondita valutazione dal punto di vista psicologico, famigliare e sociale:
– Interventi reversibili che prevedono l’assunzione di bloccanti ipotalamici che determinano il blocco della produzione di estrogeni o di testosterone contrastando quindi lo sviluppo di alcuni aspetti dei caratteri sessuali secondari;
– Interventi parzialmente reversibili che prevedono l’assunzione di una terapia ormonale di affermazione di genere al fine di indurre una pubertà congruenza con l’identità percepita dalla persona;
– Interventi irreversibili, ovvero gli interventi chirurgici di affermazione di genere, e sono previsti dopo la maggiore età.

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