DALLA RIVOLUZIONE SESSUALE AL GENDER LA IPERSESSUALIZZAZIONE NEL MONDO DI OGGI

Dal 14/11/2011
al 14/11/2011
Dalle 17:15
alle 19:30
Città Firenze
Luogo Palazzo Incontri, “Sala Verde”, g. c. dalla Cassa di Risparmio di Firenze, via dei Pucci, 1,
Relatori Prof. Lucetta Scaraffia Docente di Storia Contemporanea, Università La Sapienza ROMA Prof.Chiara Bencini Dottore di ricerca in Fisiologia Dr. Daniele Mugnaini Psicologo-Presidente Sezione Toscana AIPPC Modera l’incontro: Prof. Piero Cioni
Collaborazione AGE -As. Med. Cat. Fi -CIF Prov.Fi - Forum Famiglie Toscana - Mov.to per la Vita Firenze - MOICA
Telefono 055 2399194
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Dalla Rivoluzione sessuale al Gender. La ipersessualizzazione nel mondo di oggi La rivoluzione sessuale scoppia nel 68. Ma l’idea che la liberazione sessuale sarebbe la via per la felicità individuale e sociale nasce decenni prima con gli epigoni freudiani a partire da William Reich che sosteneva che se l’energia dell’orgasmo non veniva liberata si tramutava in aggressività. L’idea cammina poi attraverso altri seguaci di Freud come Fromm e Marcuse, pure emigrati in America per sfuggire al Nazismo. Si inseriscono in questo percorso altri filoni come i rapporti Kinsey ove si sosteneva, con elementi poco scientifici, che le perversioni non esistono e che il 10% della popolazione è omosessuale. C’è poi il femminismo che nella fase dell’ottocento è impegnato a rivendicare il valore della diversità della donna nei confronti dell’uomo, ma poi, nel novecento, proclama la uguaglianza attraverso la cancellazione delle differenze affermando una sorta di “mascolinizzazione”. La liberazione sessuale doveva riguardare sia gli uomini, sia le donne: da qui il ricorso agli anticoncezionali come la pillola che permettevano alle donne di separare la sessualità dalla procreazione. Ma ciò non bastava perché c’era sempre il timore di un ritorno indietro. È da questo che nascono le teorie che non esiste differenza biologica vera tra uomini e donne, ma sono i processi culturali a fare l’uomo e la donna. Le femministe americane e la loro teorica, Judith Butler, affermano che per la totale liberazione della donna bisogna distruggere i modelli maschili e femminili: l’umanità non è fatta di maschi e femmine, è un’informe massa di uguali che possono decidere e costruirsi la propria identità. Non è estranea neppure l’utopia egualitaria che si pensava finita colla caduta del muro di Berlino e che, invece, ricompare, sotto vesti diverse, passando dall’egualitarismo economico a quello dei sessi come è dimostrato dal fatto che, soprattutto a sinistra, si è andati alla ricerca di una nuova ideologia dopo il fallimento di quella comunista. Tale miscela di idee è divenuta ancor più esplosiva per la società negli ultimi decenni a seguito di idee e mode imperanti che hanno travolto concezioni e modi di vita tradizionali: il secolarismo, l’individualismo parossistico, il relativismo. Il rifiuto di ogni autorità superiore alla coscienza individuale e, quindi, l’abbandono dell’idea di Dio è fattore determinante di perdita di responsabilità verso sé e verso gli altri: senza Dio l’uomo pensa di non avere limiti e di poter fare tutto, “anche rifiutare la propria natura in nome della cultura”. Il relativismo, poi, che è “indifferenza alle differenze”elimina ogni base forte all’educazione perché, proclamando che tutto è uguale, toglie valore ad ogni modello di comportamento e alla fatica dell’impegno della volontà per adeguarsi a un ideale di dover essere e di legge naturale. Si assiste quindi anche alla abdicazione al compito di educare per incanalare la sessualità verso finalità in cui l’amore nella dimensione spirituale si accompagni a quella materiale. E in questa concezione dell’amore, senza più spirito né mistero, fuori da ogni legame col valore della persona, si arriva, come media e pubblicità documentano, alla riduzione del corpo a merce, all’idea che tutto si può vendere e tutto si può comprare. Benedetto XVI nel Discorso alla curia romana del 2008 affronta tali temi. La Chiesa, dice, “ha una responsabilità verso il creato… e facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere anche l’uomo dalla distruzione di se stesso. É necessario che ci sia qualcosa come una ecologia dell’uomo, intesa nel senso giusto. Non è una metafisica superata,se la Chiesa parla della natura dell’essere umano come uomo e come donna e chiede che quest’ordine della creazione venga rispettato. Ciò che spesso viene espresso e inteso con il termine “gender”, si risolve in definitiva nella autoemancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore. …..Fa parte dell’annuncio che la Chiesa deve recare la testimonianza in favore dello spirito creatore presente nella natura nel suo insieme e in special modo nella natura dell’uomo creato ad immagine di Dio”. Marcello Masotti Presidente Scienza&Vita Firenze

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