2021/23 | 23 giu

Scienza&Vita: attività e news

WEBINAR S&V - Incontriamoci e parliamone

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DDL “ZAN”: TUTELA DELLE PERSONE O

PROMOZIONE DI STILI DI VITA?

 

Martedì 18 maggio

 

Un incontro per approfondire il DDL ZAN, in esame al Senato, che sta suscitando un acceso dibattito in Parlamento e nell'opinione pubblica.

Hanno partecipato: Alberto GambinoLuciano EusebiLorenzo ZillettiGinevra Cerrina Feroni

Vuoi rivedere la puntata? Segui il LINK

 

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ORGANI ANIMALI "UMANIZZATI"

 webinar online 

 

Lunedì 10 mag

Hanno partecipato: Alberto GambinoDomenico CovielloOrnella ParoliniMaurizio Faggioni

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"Educazione all’affettività e alla sessualità"

 webinar online 

 

Mercoledì 24 mar

 

Hanno partecipato: Alberto Gambino, Chiara Mantovani, Maria Luisa Di Pietro, Emanuela Lulli

Per rivedere il webinar 

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CUSTODIRE LA MEMORIA

SCIENZA & VITA AL TEMPO DEL COVID 19

Un libro per non dimenticare. Una raccolta di storie, riflessioni, immagini per custodire la memoria guardando al futuro.

 

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Approfondimenti tematici

(a cura di Francesca Piergentili)

Suicidio assistito:

 l’ultima pronuncia del Tribunale di Ancona e l’iter previsto nel nuovo testo base presentato alla Camera

Il Tribunale ordinario di Ancona è intervenuto in tema di suicidio assistito, a seguito del ricorso avverso il diniego dell’ASL di somministrare il farmaco che provoca rapidamente la morte a un uomo tetraplegico a seguito di un incidente stradale.

Il Tribunale ha, in un primo momento, confermato quanto deciso dall’Azienda Sanitaria con il diniego della richiesta, evidenziando una profonda distinzione tra scriminante di un reato e la sussistenza di un diritto: al riconoscimento di un diritto soggettivo del malato al suicidio assistito, sarebbe seguito il riconoscimento di un obbligo per il personale sanitario alla somministrazione del farmaco letale, in grado di causare “la morte rapida, efficace e non dolorosa”. 

Anche nella decisione sul reclamo proposto il Tribunale afferma, invero, che non è presente nell’ordinamento un “diritto di poter scegliere quando e come morire”, mancando nell’ordinamento un riconoscimento esplicito a tale diritto: si ricorda, nella motivazione, come anche la Consulta ha affermato che non è presente nella Carta fondamentale un diritto inviolabile di ottenere la morte dallo Stato o da terzi. Il Collegio ricorda, poi, che il riferimento alla somministrazione del farmaco atto a provocare la morte, presente nell’ordinanza n. 208 del 2018, è invece assente nella sentenza n. 242 del 2019.

Il Tribunale nella pronuncia chiarisce che si tratta di stabilire “fino a che punto possa essere valorizzato e garantito il diritto all’autodeterminazione del malato nella scelta delle terapie, nel caso in cui il quadro patologico sia ormai irreversibile” e si chiede se tra le libertà contemplate nel combinato disposto degli artt. 2, 13 e 32, secondo comma, della Costituzione sia desumibile “il diritto alla liberazione dalle sofferenze nel più breve tempo possibile ovvero il diritto a morire rapidamente e con dignità”.

Nell’ordinanza si menziona, inoltre, l’importanza dell’alleanza terapeutica tra medico e paziente e l’assenza di qualsiasi obbligo di procedere all’aiuto al suicidio da parte del sanitario (in particolare per gli artt. 3, 8 e 17 del Codice Deontologico dei medici). Il riferimento sul punto è anche al documento ufficiale sul suicidio assistito della World Medical Association del 2017, che ha riaffermato che la medicina non è un’attività meramente tecnica e neutrale ma che è una pratica basata su un’etica e una deontologia “che pone al centro la vita, la cura e il prendersi cura del paziente”.

Anche nel giudizio sul reclamo il Tribunale esclude, così, l’esistenza di un diritto soggettivo, azionabile in giudizio, ad essere assistiti nel suicidio, attraverso la prescrizione/somministrazione del farmaco letale. A differenza della prima fase del giudizio, tuttavia, il reclamante ha circoscritto l’oggetto del giudizio: secondo il Collegio ad essere richiesto è il riconoscimento del diritto ad ottenere dalla struttura sanitaria (l’ASL competente) l’accertamento della sussistenza dei requisiti previsti dalla Consulta con la sentenza n. 242, nonché la verifica, attraverso il coinvolgimento del Comitato etico, dell’adeguatezza al caso concreto del farmaco prescelto, per quanto riguarda le quantità e le modalità della somministrazione, per garantire una morte rapida, efficace e non dolorosa (“rispetto all’alternativa del rifiuto delle cure con sedazione profonda continuativa”).

È su queste due verifiche che il Collegio del Tribunale decide diversamente rispetto alla prima fase, imponendo all’ASL l’accertamento della sussistenza delle condizioni previste dalla Consulta per la non punibilità in caso di aiuto al suicidio e la verifica dell’adeguatezza del farmaco rispetto alla finalità (la morte rapida nel caso concreto).

Nella pronuncia non è riconosciuto il diritto di richiedere il suicidio assistito all’azienda sanitaria, ma certamente la strada intrapresa può portare a una nuova applicazioni, per via giudiziaria, delle statuizioni della Consulta in merito alla non punibilità per il reato di aiuto al suicidio ex art. 580 c.p., per dare la morte a persone malate che la richiedono.

In Parlamento sono state presentate diverse proposte di legge e alla Camera lo scorso mese è stato presentato un testo base di alcune delle proposte (Rifiuto di trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia - C. 2 d’iniziativa popolare, C. 1418 Zan, C. 1586 Cecconi, C. 1655 Rostan, C. 1875 Sarli, C. 1888 Alessandro Pagano e C. 2982 Sportiello).

Il testo base prevede la facoltà della “persona affetta da una patologia irreversibile o con prognosi infausta” di richiedere “assistenza medica, al fine di porre fine volontariamente ed autonomamente alla propria vita” (art. 1). Ad essere disciplinata sarebbe la “morte volontaria assistita”.

Per quanto riguarda l’iter, il testo base prevede che sia il medico che riceve la richiesta di morte volontaria a redigere un rapporto sulle condizioni cliniche del richiedente e sulle sue motivazioni da inoltrare al Comitato per l’etica nella clinica territorialmente competente, istituito con regolamento del Ministero della Salute presso le Aziende Sanitarie Territoriali, al fine di garantire la dignità delle persone malate e sostenere gli esercenti le professioni sanitarie nelle scelte sul fine vita

Il Comitato entro sette giorni dal ricevimento della richiesta dovrebbe esprimere un parere motivato sulla esistenza dei presupposti e dei requisiti e trasmetterlo al medico richiedente e alla persona interessata. Il parere favorevole sarà trasmesso dal medico alla Direzione Sanitaria dell’Azienda Sanitaria Territoriale o alla Direzione Sanitaria dell’Azienda Sanitaria Ospedaliera di riferimento, che dovrà attivare le verifiche necessarie a garantire che il decesso avvenga nel rispetto delle modalità previste dalla legge (nel rispetto della dignità della persona malata, “senza provocare ulteriori sofferenze ed evitando abusi”). Nel testo è assente il riferimento alla libertà e al diritto all’obiezione di coscienza del personale sanitario.

Il testo base oltre a intaccare inevitabilmente alle sue radici l’indisponibilità della vita umana, mina profondamente le relazioni umane e la vicinanza umana, stravolge il rapporto di cura ed accoglie, dandola come dato scontato, un’interpretazione (parziale) della dignità della persona, che “naufraga” nel soggettivismo. Con il riconoscimento del diritto a morire volontariamente e rapidamente attraverso il suicidio assistito, non si tiene conto della persona malata, della sua piena dignità anche nella malattia, e ignorato il reale bisogno di cura di tanti malati oggi, nella pandemia, ancora più isolati e non curati.

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Chiesa e bioetica

PAV - Covid-19: imparare dalle persone con disabilità

15 giu | Pontificia Accademia per la Vita

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Articoli, contributi, interviste

Noi in famiglia

20 giu | Avvenire

Diritto all'aborto, no dei vescovi Ue

18 giu | G.M. Del re - Avvenire

E' vita

17 giu | Avvenire

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Intervista al presidente Alberto Gambino sul tema "Nota Vaticano e ddl ZAN" - RAI RADIO1 Vivavoce - 22 giu 2021 - min. 51:50-1:01:00

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Altri eventi, segnalazioni, news

24 giu 2021, Centro di Ricerca e Studi sulla Salute procreativa - UCSC: webinar sul tema "Sempre di meno, sempre più a rischio. Pandemia Covid-19 e salute mentale di bambini e adolescenti" - ore 17:00

LINK EVENTO

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25 giu 2021, FIBIP: conferenza online sul tema "L'etica dei vaccini anti-covid 19 alla luce del personalismo ontologico" - ore 16:00

sarà relatore Maurizio Calipari, portavoce di S&V

LINK ISCRIZIONE (gratuita)

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1 lug 2021, Polispropersona: "Contro le discriminazioni ? Sì! Ma non così" , Seminario online di ascolto delle molte voci contro gli esiti illiberali del ddl Zan

Tra i relatori anche il nostro presidente Alberto Gambino

ore 14:30

in diretta FB

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 Sabato 27 marzo è andato in onda il primo Festival per la Giornata della Vita Nascente con Licia Colò, Pupi Avati, Leonardo Becchetti, Giancarlo Blangiardo, Johnny Dotti, Eugenia Roccella, Laura Miola, Maria Pollacci, con il contributo di Nek, Lorena Bianchetti, Francesca Dallapè e Elisa Di Francisca…e tanti altri ospiti per raccontare con musica, interviste, storie e approfondimenti lo spettacolo della vita.

Ci siamo confrontati su cosa vuol dire essere genitori oggi, abbiamo parlato di denatalità e natalità, abbiamo raccontato di un’avventura meravigliosa tra scienza e natura, abbiamo applaudito  la bellezza della vita nell’arte, nel cinema, nello sport…

E infine, di cosa possiamo e cosa vogliamo fare insieme per sostenere concretamente la vita nascente? Per rilanciare il prestigio della maternità e paternità? E per ridare vita al nostro Paese?

Ci hanno accompagnato in questa kermesse pomeridiana Beatrice Fazi, attrice e conduttrice televisiva e Pino Morandini, magistrato.

 

Se non hai potuto seguire la diretta, nessun problema. Puoi vedere qui il festival www.festivalvitanascente.org

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