27 maggio 2017

SCIENZA & VITA: A CONCLUSIONE DEL XV CONVEGNO NAZIONALE

Si è concluso il percorso di riflessione e di approfondimento, sviluppato durante il XV Convegno nazionale dell’Associazione Scienza & Vita, quest’anno dedicato al tema “Rosso come l’amore. Accanto alla persona malata, tra scienza, dedizione e normalità”. I contributi presentati, tutti di grande spessore, nel loro insieme hanno offerto prospettive interessanti, e talvolta innovative, che aprono alla fiducia e all’impegno per il presente e per il futuro.

Il dolore e la sofferenza, soprattutto se legati alla condizione di malattia, sovente costituiscono una profonda sfida esistenziale per chi li vive in prima persona, ma anche per quanti – ciascuno secondo la propria specifica responsabilità e competenza – hanno il compito di prendersi cura di chi soffre.

Una sfida che, per le sue molteplici implicazioni, non può essere affrontata e vinta in solitudine. Né giova limitarsi a cesellare definizioni teoriche o agitare ideologie astratte. Il dolore e la sofferenza, in quanto esperienze umane, esigono al contrario di essere fronteggiate anzitutto nella genuina dimensione della relazione interpersonale, mettendo insieme, quindi, chi soffre e chi se ne fa carico.

Non anacronistico paternalismo medico, dunque, né autonomismo individualistico che isola la persona sofferente, ma autentica “relazione”, che vede alleati paziente e operatore sanitario nella comune battaglia contro il dolore e la sofferenza.

Una relazione che, per esprimere tutta la sua efficacia, necessita ovviamente anche di strumenti adeguati. Anzitutto da parte della scienza e della ricerca più avanzata. Su questo fronte, anche in Italia sono stati fatti grandi passi nell’azione di contrasto del dolore fisico e psicologico, con la progressiva diffusione di modelli di cura innovativi e d’eccellenza, spesso realizzati col contributo di giovani ricercatori di alto livello professionale. Il filo rosso che li lega, pur nella specificità di ciascuno, è senz’altro un approccio globale alla persona che soffre, nel riconoscimento consapevole delle sue diverse dimensioni e della sua inalienabile dignità umana: ad un “dolore globale” è sempre necessario rispondere con un “amore globale”!

E’ poi imprescindibile una maggiore attenzione al tema sul piano delle politiche sanitarie e sociali, perché più risorse siano dedicate a questo cruciale settore, tenendo lontano ogni logica utilitaristica e discriminatoria.

Naturalmente, non può mancare a livello culturale e sociale un rinnovato impegno educativo, che rimetta al centro una visione integrale della persona umana, costitutivamente aperta alla relazione, al dialogo e alla solidarietà. In fondo, l’esperienza del dolore e della sofferenza di qualcuno, nella comunità umana, rappresenta un forte richiamo alla condivisione solidale per tutti gli altri, a cui nessuno di noi può sottrarsi. E’ proprio lo sperimentare solitudine e abbandono, infatti, che spesso genera in chi soffre abbattimento e disperazione, fino al desiderio della morte.

Su queste basi, possiamo insieme contribuire a ricostruire una società più “a dimensione d’uomo”, attenta soprattutto alle persone più fragili e bisognose.

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