2016/9 | 21 dic

Carissimi amici, il servizio della Newsletter si interrompe con questo numero, per riprendere immediatamente dopo le festività natalizie (prossimo numero venerdì 13 gennaio 2017).

I nostri più sinceri auguri a tutti voi!

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S&V: eventi, attività, iniziative

Scienza & Vita ha deciso di lanciare una nuova iniziativa: le Scuole di Biopolitica. Si tratta della promozione di incontri formativi che, a livello territoriale (Associazioni Scienza & Vita locali),  si rivolgono prevalentemente a chi ha responsabilità nell'amministrazione dei servizi sanitari, ma anche a tutti coloro che sono interessati a questo ambito.

 

L'evento di presentazione dell'iniziativa si svolgerà oggi Giovedì 22 dicembre p.v., con inizio alle ore 18,30, presso la nostra sede nazionale in Lungotevere dei Vallati 10, Roma.

Il primo incontro della Scuola, a cura dall'Associazione Scienza & Vita Roma 3, si terrà il 2 febbraio 2017, presso la sede nazionale, sul tema "Dentro la fragilità: minori, media e dipendenze".

 PROGRAMMA

Introduzione alla Scuola di Biopolitica, Alberto Gambino

 Moderazione,Sergio Bernardini

 - "Media e Minori", Elisa Manna

 - "Minori e le nuove dipendenze", Alberto Siracusano

- "Minori nella  Scuola: il bullismo", Tonino Cantelmi

- "Ruolo e Responsabilità della Politica", Paola Binetti

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SCIENZA & VITA: SU AUTORIZZAZIONE AUTHORITY INGLESE A PRODUZIONE EMBRIONI CON TRE DNA

E' di qualche giorno fa la notizia che, in Inghilterra, l'Authority di regolamentazione dell’assistenza medica alla procreazione e per la ricerca in embriologia (Hfea) ha dato l'autorizzazione definitiva alla procedura che prevede la produzione in vitro di un embrione, a partire dal DNA di tre individui, al fine di tentare di evitare la trasmissione di malattie genetiche gravi.

La ragione indicata dai fautori di questa metodica è che alcune di queste patologie hanno la loro origine nei geni contenuti nel DNA dei mitocondri (meno dell'1% dell'intero patrimonio genetico) materni. Ad esempio, la sindrome di Leigh o encefalopatia necrotizzante subacuta, una malattia della prima infanzia caratterizzata da acidosi lattica, interruzione dello sviluppo psicomotorio, problemi di alimentazione, convulsioni, paralisi extraoculare e debolezza con ipotonia. Secondo i dati attuali, circa il 30% dei casi della malattia di Leigh dipenderebbe da un difetto genetico del DNA mitocondriale materno. Per il restante 70% dei casi, invece, la causa è ancora sconosciuta.

Per tentare di dare soluzione  al problema (o meglio, al 30% dei casi), la metodica autorizzata in Inghilterra  prevede l'estrazione da un ovocita materno, i cui mitocondri sono "malati", del nucleo  "sano" (che contiene oltre il 99% del genoma materno) e il suo inserimento in un altro ovulo "sano", privato del nucleo originario. L'ovulo così ottenuto avrà quindi il DNA  di due donne diverse (nucleare di una, mitocondriale dell'altra); quest'ovulo viene poi fecondato con uno spermatozoo del padre, dando origine ad un embrione che, auspicabilmente,  non sarà affetto dalla Sindrome di Leigh, ma il cui patrimonio genetico globale proviene da tre soggetti.  Ovviamente stiamo parlando di una procedura  attuabile solo in vitro, all'interno di un processo di fecondazione artificiale.

Per cui, una prima osservazione è che per questa metodica valgono tutte le perplessità, sul piano etico-valoriale, già espresse in altre occasioni sulla fecondazione artificiale in genere. Ciò di cui si sta parlando qui è la manipolazione genetica di un gamete, pur se a pretesi fini "terapeutici". Ma va osservato, con onestà intellettuale, che in questo caso il gamete malato non viene affatto sanato, bensì "ricostruito" mediante la sostituzione di un suo elemento difettoso.

Il caso specifico poi suggerisce alcune ulteriori riflessioni legate alle circostanze della procedura. A scorrere la letteratura scientifica pertinente, ad esempio, poche sono le evidenze scientifiche e molte le promesse ipotizzate. Anche se il DNA mitocondriale, stando alle conoscenze attuali, non ha un'incidenza significativa sulla formazione del fenotipo del nuovo essere umano, molto poco si sa ancora sulla reale incidenza dei fattori epigenetici che, in questa tecnica, vengono forse eccessivamente sottovalutati.

In questa fase sperimentale, poi, la mancanza di sufficienti passaggi preliminari in vitro e sugli animali e la diretta applicazione sugli esseri umani rischia di esporre tanti embrioni ("prodotti" con questa metodica) agli eventuali ed imprevedibili danni o effetti nocivi collaterali connessi con essa. Il "miraggio" di una persona esente da malattie è decisamente distante dalla imprevedibile concretezza della complessa realtà biologica.

Non ultimo, va poi ricordato il diritto di ciascun figlio di riconoscere le proprie origini biologiche nella generazione da due genitori, padre e madre.

Il sussistere di tante incertezze e dubbi, sia sul piano scientifico che su quello antropologico, legati a questa metodica suggerisce come necessario un atteggiamento di grande prudenza e precauzione. Non tutto ciò che parla di "novità" e di avanzamento tecnologico è necessariamente un bene. E' la promozione della dignità della persona, infatti, il criterio ultimo per valutare la bontà morale di ogni intervento sugli esseri umani.

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Gruppo di studio sulla proposta di legge "Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione,
della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati"

 Venerdì 16 dicembre, si è svolto, presso la sede nazionale di Scienza & Vita, il primo incontro del gruppo interdisciplinare di studio sul tema "Legalizzazione della cannabis in Italia".

Diversi esperti del settore, con competenze differenti (giuristi, magistrati, medici, psichiatri, educatori, bioeticisti), si sono ritrovati per riflettere sulla proposta di legge n. 3235 (16 luglio 2015), attualmente in discussione in Commissione Affari Sociali della Camera, recante il titolo "Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati".

Durante l'incontro sono stati messi in evidenza alcuni punti critici dell'impostazione del disegno di legge, soprattutto per ciò che concerne la mancata tutela – almeno sul piano fattuale – dei soggetti minori e fragili. E' anche stata messa in rilievo la mancanza di indicazioni regolamentative circa l'ipotesi di gestione della cannabis e dei suoi derivati in regime di monopolio statale, lacuna che dovrebbe essere colmata con l'emanazione di un regolamento apposito, una volta approvata la legge. Sono stati inoltre messi in rilievo gli indiscutibili effetti dannosi - alla luce della più recente letteratura scientifica - che la cannabis e i suoi derivati comportano a livello neuro-psichico, soprattutto sui soggetti più giovani.

Più in generale, l'impianto globale della proposta di legge - finalizzato prevalentemente ad un preteso contrasto del traffico illegale di cannabis e e di chi lo organizza - trascura la portata tipica della funzione esemplare-educativa che ogni legge comporta sulla collettività e in particolare sulle persone più fragili e sulle nuove generazioni. A tal proposito, è stato messo in evidenza come il raggiungimento di un pur utile risultato di ordine pubblico non può essere perseguito a scapito della diffusione di una mentalità culturale che, di fatto, si tradurrebbe in una sorta di "tolleranza" sociale nei confronti del consumo di stupefacenti.

Pertanto, il gruppo ha deciso di continuare l'approfondimento del tema, al fine di individuare possibili proposte di modifica dell'attuale DDL e una eventuale nuova iniziativa di legge volta ad una maggiore tutela dei minori e dei soggetti fragili di fronte alle dipendenze in genere.

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S&V: news dal territorio

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Scienza e vita: articoli, dichiarazioni, interviste

Papa Francesco: Il malato resta sempre un essere umano

Messaggio per la XXV Giornata Mondiale del Malato

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Altri eventi e news

E' stato redatto - a cura del Comitato ristretto della Commissione XII Affari sociali, Camera dei Deputati - il testo unificato per la discussione sulla legge "Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari".

Lo mettiamo a disposizione perchè ciascuno possa riflettervi ed offrire eventuali commenti in merito.

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Approfondimenti (a cura di C. Bellieni)

Reproduction. 2016 Jan;151(1):R1-R13. doi: 10.1530/REP-15-0355. The non-genomic effects of endocrine-disrupting chemicals on mammalian sperm.

Varie sostanze, dette disruttori endocrini o interferenti endocrini, alterano lo sperma, inducendo infertilità maschile. Le politiche per la fertilità dovrebbero tenerne conto tenendo sotto controllo l'ambiente

 

Urol J. 2015 Nov 14;12(5):2304-16. Role of Oxidative Stress in Male Reproductive Dysfunctions with Reference to Phthalate Compounds.

Se il feto viene in contatto con gli ftalati, un certo tipo di interferenti endocrini presenti nelle plastiche, addirittura potrà risentirne la sua fertilità da adulto

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