“All’indomani della conclusione del Sinodo, la lettura della Relatio finalis conferma l’importanza della donna e della famiglia nel cuore della Chiesa”, commenta Paola Ricci Sindoni, presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita.
“La famiglia è sempre e ancora quella formata da un uomo e una donna e luogo deputato a trasmettere la vita. Ma il valore della maternità è minacciato da un lato da una ‘certa visione del femminismo’, che la nega perché di ostacolo alla piena realizzazione della donna stessa e, dall’altro, dalla tendenza a ritenere il concepimento di un figlio come ‘mero strumento per l’affermazione di sé, da ottenere con qualsiasi mezzo’. Una contraddizione in termini di cui fanno le spese proprio coloro che invece dovrebbero essere i più protetti dalla società: le donne e i bambini. Le donne che prima respingono la maternità, salvo poi inseguirla dolorosamente, e i bambini cui in primo luogo viene impedito di nascere e che finiscono poi per essere considerati un oggetto di diritto. Non a caso la Relatio sottolinea ‘le conseguenze negative di pratiche connesse alla procreazione, quali l’utero in affitto o il mercato dei gameti e degli embrioni’ ”.
“E’ nostra intenzione intervenire nella cultura e nell’opinione pubblica per concretizzare ciò che i Padri Sinodali hanno riaffermato con chiarezza: è la donna ad avere ruolo ‘determinante nella vita della persona, della famiglia e della società’. Non si può tacere di fronte a ogni possibile prevaricazione, sfruttamento o discriminazione di colei che rappresenta l’elemento cardine su cui costruire le generazioni. Difendere, promuovere e riconoscere il ruolo primario della donna ogni qual volta si attenta alla sua dignità specifica deve essere un percorso da perseguire con costanza e coraggio, per ribadire la bellezza e l’unicità del femminile nella vita e nella storia”.
